Al nome di Dio Amen. Adì 29 giugno 1763
Premessa la solita notificazione cc., avanti li Sig.ri Giacomo Capitelli e Bartolomeo Olivieri de Quattro di Residenza del corrente bimestre, si è accesa la candela per la rifabrica di Casa di questa Comunità nel Predio in contrada Catalano a tenore degli ordini della Sagra Congregazione del Buon Governo e colli Capitoli che si leggono ecc., omis. ecc.; e che si trascriveranno infine del presente Trasatto, e furono le seguenti offerte, cioè
Prima Candela
2a candela: Mastro Francesco Lucarini scudi 54
3a candela: Mastro Andrea Montecucchi scudi 53
e nell’estinguersi la candela, dichiaratosi, che non meno s’intendeva un forino, così Mastro Francesco Lucarini disse un meno e così alternativamente Mastro Andrea Montecucchi, ed essendo state cinque voci, l’ultima di Mastro Francesco Lucarini, e così restò per scudi 50:50
Piersimone Dominici Pubblico Segretario
Capitoli da osservarsi dalli muratori nella fabrica della Casa del Predio Catalano della Comunità di Monte Roberto
1°. Che il muratore deliberatario debba stare sotto la direzzione, e commando de Sig.ri Quattro di Residenza, o Sig. Deputato da essi per tale effetto per ben regolarsi la fabrica ecc.
2°. Che debba demolire la casa vecchia a partita, come li verà ordinato, e ricapare bene la Pietra cotta dalla Rustica, per valersi della cotta nel farsi le spalle de vani, porte, finestre, Armani e Spalle e canna del camino e trasportare tutto il materiale di pietra, e legnami vecchj nel sito della casa da fabricarsi di nuovo, senza ingerenza di spesa della Comunità.
3°. Nel fare li fondamenti da piantarsi la casa indicandosi il sito dal deputato, che debba chiamare li Sig.ri Quattro a visitare, e riconoscere li scavi di detto fondamento se siano sufficientemente larghi, e profondi, e giunti al sodo e saldo terreno, perlocché egualmente dovrà essere profondo piedi quattro, e più se occorrerà ecc.
4°. La detta casa con tutti gli edificj annessi espressi nella perizia fatta da Mastro Andrea Montecucchi, dovrà essere nel modo quivi espresso, e spiegato come già l’ha approvata la Sagra Congregazione del Buon Governo ecc., e nel modo e forma corrispondente alla Pianta, e disegno colla misura della grandezza, lunghezza, larghezza ed altezza di piedi dodici non compresa la colmegma del tetto, che deve portare il di più. E ciò si intenda ancora compita di riquadrature di vani, porte, finestre ecc. e camino con tromba ecc., come pure lo scialpo per tutto dove si verrà ordinato dal Sig. Deputato, compita che sia la fabrica di muri, tetto, e piancito ecc.
5°. Li muri dovranno essere nelli fondamenti di grossezza non meno di teste quattro di mattone; e sopra la terra sino al tetto non meno di tre teste di mattone in quanto alli muri maestri di fuori, tanto della circonferenza in tutte le quattro facciate, che ancora, della annessa per la scala, loggia, e stanziola. Li muri divisorj, in specie il muro di mezo, dovran essere sino al piancito di tre teste di mattoni di grossezza, o meno se vorrà il Sig. Deputato; sopra il piancito poi per fino al tetto si farà, o di mattoni effettivi ad una testa, oppure con colonnette a due teste in mezo e con spalle ad una testa nella porta di comunicazione della cucina colle stanze, e l’altro residuo di muro farsi a cortello di mattone, come si considerarà dal Sig. Deputato essere più espediente, oppure farlo di pietra rustica alla grossezza di due teste di mattone. Il muro divisorio tra le due stallette dovrà essere fino al piancito di grossezza di due teste di mattone; sopra il piancito poi fino al tetto, dovrà farsi divisorio con mattone a cortello o come dirà il Deputato ecc.
6°. La scala si farà o di mattoni o di pietra come s’ordinerà dal Sig. Deputato; sotto la scala si ricaparà lo stanziolo, ossia stipo per la porcina, e altro per pollami o pecorino, ed il forno farsi contiguo alla casa capace di due some e meza di pane.
7°. La comunità somministrarà tutto il materiale bisognevole di pietra rustica e pietra cotta, legnami di ogni genere, cioè travi, piangoni, architravi ed altro che deve porsi in opera nella fabrica di detta casa, e la calce e gesso.
8°. Il muratore deliberatario poi dovrà provedere il sabbione, acqua, ed operaj tanto da trasportare li suddetti materiali, che per l’assistenza alla fabrica di detta casa ecc e tutti li legnami occorrenti per l’armatura, ed altro bisognevole, senza alcuna ingerenza, o incommodo della Comunita.
9°. Terminata che sia la fabrica di casa, sarà lecito alla comunità di farla rivedere da Periti, se sia fatta secondo la presente capitolazione, e murata secondo l’arte di buon muratore; e tuttavia sia obbligato al mantenimento di essa per anni quattro almeno. 10°. La comunità venirà somministrando il denaro a proporzione del lavoro, con patto espresso però; che si riterrà scudi sei, insino a tanto, che si sarà riconosciuto da Periti da eleggersi dalla comunità.
11°. II muratore dovrà dare idonea sigurtà a piacimento della Comunità, e da approvarsi dal Consiglio ecc.
12°. La fabrica di detta casa dovrà principiarsi subito terminata la messura de grani della corrente stagione e terminarsi entro il mese di settembre prossimo. 13°. Il muratore non debba valersi in luogo del sabbione de calcinacci della [casa] da demolirsi delli muri nuovi fabricati dalli muratori Fratelli Vanotti possa bensì valersi di quella della casa vecchia. Con questi capitoli si è consumato il trasatto.
Piersimone Dominici P[ubli]co segretario
ASCMR, Libro de Trasatti della Comunità di Monte Roberto (1758 -1777 cc. 37-38.