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250 9.2 IL GIOCO-SPETTACOLO DELLO “STECCATO”

Lo “steccato” chiamato anche “caccia”, “venagione” o “giostra”, consisteva nella lotta tra un cane e un toro, il cane doveva morderlo all’orecchio fino a fermarlo, solo così vinceva la gara. Il toro, più frequentemente veniva sostituito da un bue o da una vacca già destinati alla macellazione, tenuto per una fune dal Capocaccia, era incitato ad incornare il cane appositamente addestrato.
Il gioco diventava autentico spettacolo richiamando numerosa folla, si svolgeva in un recinto, “steccato” appunto, costruito in una piazza o in un ampio spiazzo: la gente tutt’attorno, dai balconi o dalle finestre dei palazzi adiacenti rumoreggiava e tifava con una partecipazione impressionante e con scommesse in denaro.
Da Roma, dove è attestato nei sec. XIV-XV, la “caccia al toro” o “steccato” si diffuse nei piccoli e grandi centri: un divertimento inizialmente riservato al periodo di carnevale organizzato poi in occasione di particolari feste o fiere.
Per la festa del Crocifisso del 1795 a Monte Roberto su mandato del Comune, il macellaio che si era aggiudicato il macello doveva organizzare uno steccato di 10 buoi, 8 ASCMR, Trasatti (1788-1801), J aprile 1795. è l’unica volta che se ne parla in maniera esplicita nella documentazione rimastaci, altri “steccati” ci saranno stati senz’altro, era un gioco-spettacolo troppo popolare per non essere organizzato anche in paese. La gente avrà certamente partecipato agli steccati che si svolgevano nella vicina Maiolati 9 ASCC, Lettere delle Comunità (1716-1734), lettera della Comunità di Maiolati in data 17 dicembre 1725. o a quelli, frequenti che si tenevano a Massaccio in occasione di fiere importanti. 10 Ceccarelli Riccardo, Il gioco-spettacolo dello steccato nella Marca pontificia, in L’Esagono, anno VII, n. 28, trim. 1985, pp. 30-34. Fiorani Alberto, Lo “Steccato” o “Caccia al Bove”, Ostra 1990.
Lo “steccato” era permesso dal primo giorno di novembre fino a tutto carnevale, 11 ASCC, Lettere del Governatore (1741-1751), 15 aprile 1749. la norma tuttavia più volte ribadita altrettante volte fu disattesa “in ognuno dei castelli nei mesi estivi” 12 ASCC, Lettere del Governatore (1759-1764), 10 ottobre 1759. “Le cacce, prescriveva il Governatore mons. Baldassini, il 9 novembre 1759, non si dovranno fare se non-il venerdì dopo pranzo secondo il solito purché in tal giorno non cada festa di precetto, nel qual caso si potrà fare il sabato, conforme in tutte le città., terre, e luoghi di costuma”.13 Ibidem, 9 novembre 1759, la stessa lettera è anche in ASCMR, Registro delle lettere dei Sig. superiori…, c.123r/v. Nel 1775, lo “steccato”, spettacoli ed altri simili divertimenti furono proibiti per la ricorrenza dell’Anno Santo.14 ASCC, Lettere del Governatore (1767-1775), 25 gennaio 1775. II gioco non ebbe buon gradimento presso i Francesi durante la loro presenza dal 1797 al 1799 e dal 1808 al 1815.
Con il ritorno del Governo Pontificio gli “steccati” riprendono con maggiore frequenza a divertire la gente in feste sacre e profane. i Solo con l’avvento dello stato unitario e alla relativa unificazione della legislazione su tutto il territorio nazionale questo antico gioco-spettacolo cessa definitivamente.