Compreso tra i 72 e i367 metri sul livello del mare, il territorio del comune di Monte Roberto si estende per 13,51 Kmq, confinando con quello di Maiolati Spontini, Castelbellino, Jesi, San Paolo di Jesi e Cupramontana.Corsi d’acqua e strade per lo più segnano i confini del comune: il fiume Esino, per un tratto a…
Il territorio del comune è compreso nella fascia dei rilievi collinari che si sviluppano immediatamente ad est della dorsale montuosa, calcarea, dell’Appennino Marchigiano. Dal punto di vista geologico possiamo distinguerlo in due zone: la prima (zona collinare dai 120 mt. s.l.m. alla parte più alta del territorio, 367 mt. s.l.m.) è costituita da formazioni di…
Tutte le colline ed i relativi castelli che fiancheggiano il medio corso dell’Esino, dopo la sua uscita dalla gola della Rossa, hanno un clima particolarmente favorevole. A determinarlo è la configurazione geografica, “varj monticelli uno più alto dell’altro”, e proprio “per si fatta cagione tanto è grande la salubrità di questa clima, che non si…
rpDel fiume e dei torrenti, dei mulini e dei ponti, ieri come oggi mancavano sempre i soldi. Tre sono i corsi d’acqua che lambiscono o scorrono nel territorio comunale:il fiume Esino e i torrenti Cesola e Fossato. A – Fiume Esino Confine attuale, per il tratto che riguarda Monte Roberto, con il territorio di Caststelbellino…
rpDove passano le strade, non passa la miseria, però c’è sempre qualcuno che fa i dispetti. Per ogni comunità le strade in tutte le epoche sono state di fondamentale importanza, le autorità ad ogni livello si sono sempre preoccupate della loro condizione ed anche molte delle risorse del pubblico bilancio venivano impegnate per la loro…
rpAcqua, fonte di vita e di controversie. Agli inizi dei Seicento le fonti cui poter attingere acqua per uso alimentare e domestico erano fonte della Chiesa Nuova, fonte di Berto, fonte della Ciampana e fonte Estate.[64]ASCMR, Consigli (1608-1616), c. 133r (7.9.1614) . Fonte della Chiesa Nuova, così chiamata per la relativa vicinanza alla chiesa di…
rpAmbienti, colture, storia e storie, il tutto concentrato in un nome. La commissione chiamata a realizzare, verso la fine del Settecento, il nuovo catasto dei terreni divise il territorio in quattro zone: Il Piano, Rovegliano, al di là del Fossato, al di qua del Fossato, ciascuna con le sue contrade. 74 La popolazione del Comune di Monte Roberto al 31 dicembre 1994 ammontava a 2229 unità; aveva superato la soglia delle 2000 nel censimento del 1911 con 2050 abitanti. Le 1000 unità invece erano state superate nella seconda metà del Settecento: nel 1782 si registrano 1042 abitanti.Nel 1656 gli abitanti erano 758; Monte Roberto non era… {tooltip}rp{end-texte}Nel quale si da conto delle vestigia perse nel tempo, dei reperti ritrovati e di quelli trafugati.43 1.8 LA POPOLAZIONE
47 2.1 PREISTORIA
Un insediamento più consistente di epoca più recente, di età certamente pre-romana, ci è testimoniato, sulle pendici della collina tra Castelbellino e Monte Roberto, da una necropoli scoperta più di 130 anni fa. Essa è da attribuirsi ai Piceni diffusi almeno dall’VIII sec. a. C. nella media valle dell’Esino. 4 A poco più di un secolo dalla scoperta della necropoli in contrada Noceto, un’altra necropoli, questa volta a valle, nell’ottobre 1982 fu portata alla luce.La scoperta di numerose ossa umane fu fatta durante i lavori di sbancamento per l’apertura di una cava di ghiaia in contrada S. Antonio, non lontano dalla strada provinciale n. 9… La consistenza della necropoli, non lontana dall’Abbazia di S. Apollinare, rivela la vicinanza di un grosso centro abitato probabilmente proprio Planina ubicata nell’area della stessa abbazia.{tooltip}[7]{end-texte} Rita Virzì Hàgglund, Una necropoli romana a Pianello Vallesina (Monte Roberto), in Picus- Studi e ricerche sulle Marche nell’antichità, II, 1982, p. 177-182, da cui è stato tratto ampiamente… Già si è accennato alla necropoli di via S. Antonio scoperta nel 1982; in tempi più recenti altre acquisizioni si sono aggiunte alle non poche e significative testimonianze dell’intera zona che va appunto da via S. Antonio a S. Apollinare.A breve distanza da via S. Antonio nei pressi della chiesetta sconsacrata di S. Settimio nel… In territorio di Castelbellino, a Pianello, in contrada Molino, a poco più di un Km a nord-ovest di Planina, non lontano dalla sponda destra del fiume Esino, nei primi decenni di questa secolo, è stata scoperta una necropoli picena.Inizialmente i rinvenimenti furono fortuiti con la conseguente dispersione dei materiali, poi in campagne di scavi del… {tooltip}rp{end-texte}Arrivano i barbari e con loro distruzione e morti.49 2.3 LA NECROPOLI IN CONTRADA S. ANTONIO
50 2.4. PLANINA
61 2.5 NUOVE ACQUISIZIONI
62 2.6 LA NECROPOLI DI CONTRADA MOLINO
67 3.1 BIZANTINI E LONGOBARDI
rpDopo i barbari arrivano i monaci. Ormai è generalmente riconosciuto che “il padre, il fondatore, il restauratore dell’Esio moderno fu S. Benedetto col suo provvidenziale istituto”. 14Annibaldi Giovanni, San Benedetto e l’Esio, Jesi 1880, p. 18. La tesi, enunciata oltre un secolo fa e ampiamente motivata, è la chiave di lettura per una…
Il termine “plebs” (pieve) dal sec. V-VI incomincia ad indicare una “comunità di fedeli” (plebe), più tardi, verso la metà del sec. VII, significa anche “il territorio ecclesiastico” e poi lo stesso edificio di culto.Le pievi si configurano come una struttura di circoscrizioni territoriali rurali ecclesiastiche che avevano nella chiesa plebana, quella più importante, il…
Uno dei fatti che segnerà per diversi secoli l’assetto ambientale e paesaggistico dell’intero nostro territorio, e di quello di tutta la nazione, si verificò tra il sec. X ed il sec. XII: è l’ incastellamento, cioè il progressivo concentrarsi della popolazione in villaggi fortificati (“castra”).I vari nuclei famigliari “sparsi per la campagna si unirono in…
Il primo e piu antico documento che menziona Monte Roberto risale al 1079 è un atto di onazione che Ugo, conte di Jesi, fa all’Eremo di Camaldoli di un appezzamento di terreno, situato nel territorio di Morro Panicale (Castelbellino), per costruirvi l’abbazia di S. Giorgio. Per indicare i confini del terreno donato, nel documento, tra…
Il Cherubini descrive così la cinta muraria di Monte Roberto: “Il castello ha una forma approssimativamente rettangolare alquanto allungata, da ovest a est. Nel breve lato orientale si apre la porta d’ingresso al castello, coperta da una volta a botte piuttosto lunga, nella quale si può distinguere una parte anteriore e una posteriore: quella anteriore…
Uno dei punti di maggiore debolezza e che, a dire il vero, non faceva parte della cinta muraria ma ne era un contrafforte di notevole importanza, era il muro che sosteneva la vecchia chiesa di S. Silvestro e la piazza antistante, a pochi metri dalle mura vere e proprie.Nel 1609 si risarcisce “il muro sotto…
UNA PORTA ABUSIVA Il castello, allora come oggi, aveva un’unica porta di accesso che veniva regolarmente chiusa alla sera ed aperta al mattino da un incaricato della pubblica amministrazione, in tempo di epidemia o di contagio poi, oltre ad una prolungata chiusura, si mettevano delle guardie per una vigilanza più stretta su chi entrava e…
Le logge costruite per “ornamento et abbellimento” del castello furono tali per poco tempo: le piogge prolungate verificatesi nel mese di aprile del 1729 ancora una volta sembrano essere all’origine della loro rovina. 32ASCMR, Consigli (1711-1735), c. 226r, 1 maggio 1729.Una decina d’anni dopo, la perizia del “perito muratore” Giovanni Lacchè di Jesi individua…
“Nel dì 24 aprile 1741, circa le 15h 1/2 ital[iane], si sentì nella Marca una triplice scossa di terremoto per la quale Fabriano soffrì più di ogni altro paese, avendo i danni sorpassata la somma di scudi 100000: in quella tremenda congiuntura si ebbero 7 vittime, tre delle quali sotto le rovine della chiesa dei Cappuccini.…
Le rovine del terremoto, le logge cadenti, piazza S. Silvestro e la chiesa parrocchiale con gravi lesioni, non davano certamente a Monte Roberto un aspetto molto gradevole: si conviveva con questa situazione precaria aspettando che i tempi non veloci della burocrazia maturassero in decisioni concrete. Mentre si leggono le antiche carte che registrano questi fatti…
I lavori per il nuovo muraglione non riuscivano ad incominciare. Erano stati appaltati nell’aprile del 1742, dopo la perizia Lacchè di due anni prima, a Mastro Luciano Terigi dal Massaccio; 50ASCMR, Consigli (1735-1755), c. 198r, 6 maggio 1742. il Luogotenente Generale del Governatore di Jesi era venuto nello stesso mese a Monte Roberto per…
La sistemazione di piazza S. Silvestro, del muraglione di sostegno e dell’arco-ingresso alla piazza, segna, possiamo dire, l’inizio di un periodo, durato sessanta/settant’anni, ricco di realizzazioni edilizie che diedero al centro storico di Monte Roberto l’assetto che ancora conserva.Nel 1762 fu ristrttturata la chiesa di S. Maria della Pietà; si iniziarono nel 1769 i lavori…
Nei secoli passati un’importanza del tutto particolare hanno avuto il palazzo pubblico e la torre civica con la sua campana ed il suo orologio.Il palazzo era la sede della pubblica amministrazione, cioè dei Priori o del Gonfaloniere o del Sindaco poi, della segreteria e dell’archivio, vi potevano trovar luogo anche la scuola, i magazzini pubblici…
I balli erano certamente più godibili ad una fascia più grande della popolazione: un gradimento che la pubblica amministrazione cercava di esaudire. Nel 1797, non sappiamo se nella sala consiliare o in chiesa, fu rappresentata “La sposa de cantici”.Una sala teatrale stabile fu richiesta solo il 29 agosto 1816. La petizione di cittadini di Monte…
Dagli inizi del Duecento il territorio di Monte Roberto, unito ancora a quello di Morro Panicale (Castelbellino), comincia a far parte del Contado di Jesi. L’atto di sottomissione del conte Trasmondo di Morro Panicale del 1194 segna, possiamo dire, la data ufficiale della nascita di una aggregazione politica e amministrativa, poi ampliatasi, continuata per oltre…
Antichissimi sono a Jesi il culto e la festa di S. Floriano che si celebrava, come oggi, il 4 maggio. Patrono del Comune e del Contado, l’omaggio al santo divenne un segno della “devozione” al Comune stesso: già nel 1194 nell’atto di sottomissione al Comune di Jesi, Trasmondo conte di Morro Panicale (Castelbellino), tra gli…
Monte Roberto, al pari degli altri castelli del contado, non ebbe mai uno statuto oroprio: le procedure per la pubblica amministrazione, diritti e doveri dei cittadini, sanzioni, leggi e norme giuridiche erano contenuti negli Statuti della Città di Jesi.A Jesi già nel 1248 era stata riconosciuta la capacità di emanare norme specifiche e particolari (“statuta”)…
Nel 1466 durante l’ultimo processo tenuto a Roma contro i Fraticelli, Francesco da Maiolati racconta che i ragazzi sia di Monte Roberto che di Castelplanio erano soliti insultarsi dicendo: “Tu sei nato dal barilotto” e a vicenda tirarsi delle pietre.Non era affatto un complimento quello che si rivolgevano, facevano infatti riferimento ad un rito attribuito…
Jesi ed il Contado nei primi anni del Cinquecento dovettero subire il dominio di Cesare Borgia, il Duca Valentino. Con la morte di papa Alessandro VI (1503) e la rovina del Duca, si ristabilì in maniera diretta l’autorità del governo papale: l’occupazione militare fu sopportata specialmente dalle popolazioni dei castelli. Poco più tardi di un…
Monte Roberto, al pari degli altri castelli del contado, nell’ambito degli statuti, era governato da un Consiglio che era il “supremo organo deliberante della comunità”. A livello comunitario, per il Contado cioè, c’erano due organi collegiali: il Consiglio Generale di Città e Contado e il Consiglio di Credenza di Città e Contado, composto il primo…
Il Consiglio della Comunità di Monte Roberto era formato da 24 membri; il numero dei componenti il consiglio variava da castello a castello, senza avere un rapporto diretto con l’entità demografica del castello stesso. Nel Settecento, ad esempio, Castelplanio ne aveva 44, 36 S. Marcello, 30 Belvedere e Montecarotto, 24 Massaccio, Rosora, San Paolo, Maiolati,…
L’organo esecutivo era costituito dalli “Providi Homini dei Quattro di Regimento” (“Quatuor de Regimine o Regiminis”). Erano chiamati anche “Massari”; inizialmente il loro numero fu effettivamente di quattro32 Previsti dagli statuti della città e contado (Liber Primus, Rub.LI), i Capitani dei Castelli erano nominati dal Consiglio di Credenza di Città in un’apposita estrazione. Le “litterae patentes” erano inviate ai soggetti scelti e alle rispettive comunità dai “Confalonierius, et Priores Inclitae Civitatis Aesij”. Duravano in carica sei mesi ed erano i rappresentanti ufficiali del… La supremazia della Città sul Contado fu sempre netta e non lasciò quasi mai spazio a spiragli di autonomia ai singoli castelli, si trovarono anzi in continuazione motivi giuridici e pratici per un attento e serrato controllo. La stessa formazione del Contado, avvenuta per conquista, solo raramente per assoggettamento volontario, portava ad una leadership di… Se per gli “oneri camerali”, per le imposte cioè a favore dell’erario pontificio tra città e contado ci fu una vertenza di quasi due secoli e mezzo, un’analoga lite giuridica si sviluppò per oltre 150 anni tra Monte Roberto e Castelbellino per gli “oneri comunitativi”, per le imposte cioè devolute alla casse delle rispettive comunità.La… Prima dell’arrivo di Napoleone e delle truppe francesi l’eco della rivoluzione d’oltralpe nei nostri castelli era stata piuttosto tenue. La gente umile ne avrà avuto notizia o sentore frequentando magari il Monastero camaldolese e l’annessa chiesa di S. Lorenzo o il Convento francescano della Romita a Massaccio dove erano ospitati dal 1792 cinque sacerdoti profughi… Gli Austriaci facilitarono il ritorno del Governo Pontificio, restaurato nella pienezza dei suoi diritti il 25 giugno 1800. Intanto città e castelli, come avevano sostenuto parte delle spese per l’assedio di Ancona, dovevano mandare vettovaglie per le truppe che continuavano a sostare nella città dorica, ed ancora una volta i più penalizzati erano i castelli.… Dopo la sconfitta di Napoleone e quella di Gioacchino Murat, il Congresso di Vienna (1815) decretava la ricostruzione dello Stato della Chiesa. Pio VII il 6 luglio 1816 riordinava lo Stato Pontificio; Jesi fa parte della Delegazione di Ancona e pur essendo sede in un governo distrettuale non risorge l’antico contado. La Segreteria di Stato… Gli avvenimenti che anticiparono i pochi mesi della Repubblica Romana (febbraio-giugno 1849), l’elezione di Pio IX (1846), le speranze che ne seguirono, i fatti convulsi verificatisi a Roma e in Italia nel corso del 1848, non produssero in paese grosse novità. Il fatto più importante fu quello della costituzione della Guardia Civica secondo il regolamento… L’intero territorio di Monte Roberto era compreso fino al sec. XIII nell’ambito della Pieve di Morro Panicale che si estendeva anche all’attuale territorio di Castelbellino e di Maiolati. Era una delle sette pievi della diocesi di Jesi, la seconda per ampiezza per un totale di kmq. 40,85. {tooltip}1{end-texte} Urieli C., Jesi e il suo Contado,… Probabilmente don Pietro Brancoli da Gualdo, ricordato, come cappellano in Monte Roberto nella chiesa di S. Silvestro, il 30 ottobre 1553, {tooltip}11{end-texte} ASCMR, Trasatti (1529-1568), c. 197r.112 5.6C. I CAPITANI DEI CASTELLI
114 5.6D. LA “CAUSA MAGNA”
119 5.6E LA LITE CON CASTELBELLINO
121 5.7 IL TRIENNIO GIACOBINO (1797-1799)
125 5.8 LA FINE DEL CONTADO E IL REGNO D’ITALIA (1808-1815)
130 5.9 UN GOVERNATORE A STAFFOLO
135 5.10 REPUBBLICA ROMANA (1849)
141 6.1 DALLA PIEVE ALLA PARROCCHIA
143 6.2 I PARROCI E IL CLERO
Il Concilio di Trento aveva sottolineato come fosse particolare dovere dei vescovi, degli arcipreti dei pievani e di tutti coloro che avessero cura d’anime nelle parrocchie, l’ufficio della predicazione (Sessione V, 17 giugno 1546, decreto secondo); sullo stesso argomento prescriveva poi, nel 1563, come specifico obbligo per i vescovi e per i parroci la predicazione…
La vita religiosa e la pietà popolare non hanno potuto e non possono prescindere da alcuni forti momenti di aggregazione come quelli delle feste.Esse, diventate tradizioni, hanno formato e delineato lo specifico carattere religioso di una comunità. Quella di Monte Roberto era caratterizzata da una sentita devozione al Crocifisso, a S. Silvestro, alla Madonna di…
L’immagine del Crocifisso venerata nella chiesa parrocchiale presenta “caratteri artistici romanici o primo Rinascimento per cui può essere fatta risalire al sec. XVI o XVII”. 51 S. Silvestro, papa dal 314 al 335, è il patrono del Comune, titolare della parrocchia, la sua festa cade il 31 dicembre. Per secoli la pubblica amministrazione ha partecipato con l’offerta di cera per le “luminarie”: nel 1602 furono 15 le libbre di cera offerte per le “luminarie di S. Silvestro”, {tooltip}68 {end-texte}ASCMR, Sindacati (1602-1608),… A Monte Roberto, come a Jesi e negli altri castelli del contado, non mancò di svilupparsi, tra il Trecento e il Quattrocento, una intensa devozione alla Madonna di Loreto sia da parte dei singoli fedeli che a livello ufficiale da parte della pubblica amministrazione. Quest’ultima spesso si rendeva presente direttamente al santuario di Loreto con… La devozione popolare durante l’anno si esprimeva nella celebrazione di feste di altri santi ai quali si ricorreva per necessità particolari.La festa di S. Antonio abate (17 gennaio), era celebrata con particolare devozione. La Comunità per “antica consuetudine” offriva cera per le luminarie e faceva celebrare “gl’offici di Messe” nella chiesa parrocchiale. {tooltip}88 {end-texte} ASCMR,… Abbiamo già visto le chiese presenti nel territorio di Monte Roberto nei primi secoli dopo il Mille e andate distrutte tra il Trecento e il Quattrocento, di esse rimane solo l’abbazia di S. Apollinare mentre di S. Silvestro ha avuto la sua continuità in successive ricostruzioni.Altre piccole chiese furono costruite dal Seicento in poi, tranne… La vecchia chiesa di S. Silvestro de Curtis ubicata in campagna fu sostituita da quella nuova costruita nella prima metà del Quattrocento. Sorgeva poco lontano dalla porta d’ingresso al castello, dove si incontravano le due strade che immettevano nel paese (strada di Fosso Lungo – viale Matteotti e strada del Borgo – via Leopardi), rimase… È stata ed è l’unica chiesa dentro il perimetro delle mura castellane.Fu costruita tra il 1612 e il 1613 ad iniziativa della Confraternita della Buona Morte e dell’Opera Pia del Suffragio. La pubblica amministrazione partecipò alla spesa fornendo tutto il legname necessario alla costruzione {tooltip}147 {end-texte}ASCMR, Consigli (1608-1616), c. 90r, 13 novembre 1612.154 6.4B FESTA DI S. SILVESTRO
155 6.4C Devozione alla Madonna di Loreto
158 6.4D ALTRE FESTE E DEVOZIONI
160 6.5 LE CHIESE
160 6.5A CHIESA PARROCCHIALE DI S. SILVESTRO
170 6.5B Chiesa di S. Carlo
Dai quaderni storici esini Vol. V Anno 2014 pag. 93 La chiesa di San Carlo che oggi vediamo alla sommità del castello di Monte Roberto risale alla terza decade dell’Ottocento quando venne edificata a pochi metri da un’omonima altra chiesa che stava andando in rovina e che originariamente era stata edificata ai primi del Seicento.Dentro…
Era ubicata nelle immediate vicinanze dell’incrocio tra le attuali via Pace e viale Matteotti. La sua costruzione, conclusasi nel 1567, si deve all’iniziativa della Compagnia del Corpus Domini 151 Zenobi Ciro, op. cit., p. 17. mentre il sacerdote che l’officiava, che era anche maestro nella scuola, riceveva l’onorario dalla pubblica amministrazione come maestro e…
Di questa chiesa rimane solo il nome, via Madonna della Neve, dove sorgeva; la contrada era chiamata anche le Villate o Poggetto. La prima notizia è del 1697 quando la chiesa viene benedetta dal vescovo mons. Alessandro Fedeli e dedicata a S. Maria Neve e a S. Guglielmo abate in occasione della sua visita pastorale…
È la chiesa del cimitero costruita nel 1867-68 su disegno dell’Arch. Ciriaco Santini (1797-1889) di Jesi, cui si deve anche il cimitero stesso: 173 Ibidetn. Si tratta probabilmente della medesima chiesa chiamata della Concezione di Maria, ricordata nella visita pastorale del 22 febbraio 1875 ed ubicata in contrada Belvedere: 174 Sorge sul luogo di quella che fino a non molto tempo fa era ritenuta l’area dell’antica città romana di Planina scomparsa nel V sec. e della quale l’abbazia potrebbe rappresentare un elemento di continuità, come nella vicina Cupramontana la chiesa plebale di S. Eleuterio che sorgeva entro il perimetro di Cupra Montana, la città romana… È in territorio di Castelbellino, ma è di tutta la comunità di Pianello Vallesina amministrativamente divisa tra Monte Roberto e Castelbellino.Fu inaugurata il 5 ottobre 1924, mentre la prima pietra era stata posta il 25 aprile 1921: il disegno ed il progetto si debbono all’architetto Alfonso Coppetti.Promotore della costruzione fu don Romeo Michelangeli (1885-1962) che… È ridotta ad una capanna, fu sospesa dall’ufficiatura liturgica dagli ultimi anni dell’Ottocento,{tooltip}190 {end-texte} Ivi, p. 300, visita pastorale del 15 maggio 1898.174 6.6A ABBAZIA DI S. APOLLINARE
179 6.6B CHIESA DI S. BENEDETTO
179 6.6C CHIESA DI S. SETTIMIO
Risale alla metà dell’Ottocento, ed é stata sempre di proprietà della famiglia Tesei, ubicata nei pressi della loro villa. La ricordano le visite pastorali del 1859, 1875, 1898.193 Ivi, pp. 26, 285, 300.Rievoca l’antica chiesa di S. Antonio di Antignano che sorgeva nelle vicinanze, solo però nel nome e non nella persona, la…
Viene ricordata nelle risposte ai questionari delle visite pastorali del 17 maggio 1869 e del 22 febbraio 1875 quale proprietà dei conti Scalamonti. Nella visita pastorale del 15 maggio 1898 viene detta dalla famiglia Honorati, di piccole dimensioni, ben fornita.194 Ivi, pp. 277, 285, 300.Con tutta probabilità inizialmente apparteneva alla famiglia Ghislieri proprietaria…
Attigua a Villa Salvati, costruita dopo la villa stessa (la concessione dal vescovo fu ottenuta nel 1819), realizzata da Serafino Salvati (1755-1835) agli inizi dell’Ottocento.La dedicazione al santo cappuccino dallo stesso nome, Serafino da Monteprandone (1540-1604), intendeva ricordare appunto l’artefice primo della fortuna della famiglia Salvati ed un santo cui la famiglia era particolarmente devota…
La sepoltura dei defunti ed il loro ricordo, a motivo della fede nella vita dopo la morte e nella risurrezione, furono sempre tenuti dai cristiani in speciale: onore. Così dai primi tempi del cristianesimo dopo che nelle chiese ‘venivano inumati vescovi, sacerdoti ed anche laici di particolare virtù., invalse la consuetudine di’ seppellire indistintamente nel…
La pietà popolare e la devozione della gente si sono espresse lungo i secoli anche nella costruzione di edicole religiose o “figurette”. Un fenomeno diffuso derivato dal paganesimo, un patrimonio della cultura e della tradizione popolare spesso trascurato, certamente da non perdere.218 1. PROPRIETÀ E POVERTÀ L’unico reddito per la quasi totalità delle famiglie è stato, da sempre, la coltivazione dei campi. L’economia, spesso di sola sopravvivenza, era legata esclusivamente all’agricoltura e ai proprietari terrieri alle cui dipendenze si muovevano coloni e braccianti agricoli. Come già abbiamo accennato, alla metà del Seicento, l’86,3% di tutta la proprietà… La coltivazione del grano, come abbiamo visto, era la più estesa e la più redditizia, specie in pianura, non mancavano però orzo, fave e legumi ecc., dal Settecento poi si cominciò a coltivare il granoturco. Ampie erano allora ancora le zone boscose, come la Selva della Comunità in contrada Rovegliano-Catalano, tradizionale riserva di legname per… A – VITIVINICOLTURA Il vino dei castelli, Massaccio, Monte Roberto, Maiolati, Castelbellino, era conosciuto non solo a Jesi perché non pochi proprietari dei terreni erano nobili jesini, ma anche in Ancona dove il vino veniva commercializzato in tempo di pace e richiesto dalle truppe militari quando esse con una certa frequenza sostavano in porto o… La produzione dell’olivo doveva essere sufficiente più per i padroni che per i contadini: ricordiamo che ai padroni ne andavano due terzi, tanto che quando mancava, non solo per i poveri ma forse anche per i piccoli proprietari, si comprava altrove, come nel novembre del 1800 quando fu acquistato a Cingoli al prezzo di 97… La normativa per il grano era più capillare, il relativo bando era ripubblicato anch’esso ogni anno con pochissime varianti. Essa prevedeva la precisa conoscenza delle persone da sfamare in ogni comunità (entro “li 8 agosto haver data giusta assegna di tutte le bocche effettive, che mangino quotidianamente il pane ancorché non avesse raccolto grano”), disposizioni… Dopo la mietitura del grano, era “uso antico della Città e del contado” che i poveri e i nullatenenti raccogliessero le spighe rimaste nei campi. Per quanto la consuetudine fosse antica, essa trovava una continua opposizione da parte dei padroni dei campi e di quanti li avevano in affitto. I Governatori allora per garantire questa… La coltivazione dei gelsi e la relativa bachicoltura risalgono per tutto il contado al Seicento. {tooltip} [39] {end-texte} Urieli C., Jesi e il suo Contado, vol. IV, pp. 256-257189 7.1 PROPRIETA’ E POVERTA’
192 7.2 COLTIVAZIONI AGRICOLE
192 7.2A VITIVINICOLTURA
193 7.2B – OLIVICOLTURA
193 7.2C – IL GRANO E “L’ABBONDANZA”
195 7.2D – RACCOGLITORI DI SPIGHE
196 7.2E – COLTIVAZIONE DEI GELSI E BACHICOLTURA
Un’altra ‘coltivazione che tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento ebbe una certa fortuna in territorio di Monte Roberto, fu quello del tabacco. Nello Stato Pontificio era stato introdotto a metà del Settecento; a Chiaravalle un primo laboratorio per la lavorazione delle foglie era stato realizzato nel 1759. La coltura si estese ben…
A ricordarle per il territorio di Monte Roberto sono gli unici due catasti che ci sono rimasti nell’Archivio Comunale, ambedue del Settecento; se ci fossero stati anche quelli dei secoli precedenti avremmo potuto fare confronti con il limitrofo territorio di Massaccio-Cupramontana la cui prima palombara è testimoniata in contrada S. Michele nel 1544, 52 In territorio di Monte Roberto la casa di terra che rimane ancora in piedi è in via Ponte Magno. Altre due, una capanna ed una casa vera e propria, ancora utilizzata, sono a qualche centinaio di metri nra in territorio cuprense. Sono le uniche rimaste di una tipologia edilizia rurale diffusa nelle nostre campagne, anche… Le fiere ed i mercati, anche per la valle dell’Esino, sono stati dal Medioevo strumenti ed occasioni di incontro e di scambi economici di primo piano. A Jesi. nel 1304 si teneva una fiera dal 22 settembre al 15 ottobre; {tooltip}58 {end-texte}Urieli C., Jesi e il suo Contado, vol. II, p. 10.201 7.3B CASE DI TERRA
201 7.4 LE FIERE
Se preponderante era l’occupazione della popolazione nell’agricoltura, non mancavano, anzi erano essenziali per la vita della comunità, le consuete attività artigianali come quelle dei calzolai, del sarto, del falegname, del fabbro.La tessitura delle stoffe per gli abiti o dei lini o delle canape per i corredi delle spose avveniva in casa, specie in campagna, dove…
Quando il 1° gennaio 1869 andò in vigore l’imposta sulla macinazione del grano e dei cereali, in genere facendo scoppiare nei mesi successivi gravi tumulti e creando non poche difficoltà ai governi fino al 1880 quando essa venne definitivamente soppressa, non fu certo una novità.Era una tassa antica di secoli, l’avevano messa allora i Pontefici…
La tassa del macinato non era l’unica, c’era una tassa o “gabella” su ogni merce che veniva commercializzata. Prescriveva un bando del Governatore mons. Giuseppe Ciurani del 4 giugno 1659: “[…] ogni sorte di marcantia di qual si sia sorte, che entrerà nella Città debba prima condursi in Doana del Magazzino à descriverla nel libro…
Per le piccole comunità avere una rete stradale percorribile in ogni stagione era un onere fortemente gravoso. Si trattava di tenere in buono stato sia le strade più importanti che collegavano il paese con quelli limitrofi e la città ne risultavano così avvantaggiati i commerci e le comunicazioni in genere, sia quelle all’interno del territorio…
“Le strade di questa città, Borghi e Castelli di questa nostra Giurisdizione […] si rendon impraticabili per l’immondizie che in esse si gettano”. Era la prima costatazione, per la quale si sentivano ogni giorno lamentele, che faceva il Governatore mons. Giacomo Fantucci nel suo editto del 15 giugno 1673, elencando poi altri episodi di una…
Non è senza interesse e curiosità che si leggono le ragioni e le motivazioni addotte dalla Magistratura di Monte Roberto nel proporre al Consiglio Comunale nel 1849 l’approvazione del “progetto per l’illuminazione notturna da attivarsi all’interno del paese”. “Con il progredire dell’incivilimento dei Popoli, è scritto nella relazione, si accrebbero ognora i bisogni della vita…
A Jesi e nei castelli c’erano forni di proprietà pubblica “forni del pan venale” dove il pane si vendeva a prezzi calmierati e forni liberi, “forni de’ particolari”, che il Comune ugualmente vigilava controllando il peso e la qualità del pane.Gli statuti avevano prescritto norme sia per i fornai 18 Probabilmente le prescrizioni stabilite dagli statuti di Jesi che riguardano i macellai e le rivendite di carne sono tra le più ampie e le più minuziose.{tooltip}30 {end-texte} Status sie sanctiones…., liber quartius, rub. X. Cc. 75r-76v; “De beccariis et qualiter eorum artem debeant exercere”227 8.4 IL MACELLO
Gli statuti avevano previsto un solo medico per gli abitanti di Jesi e del suo contado, eletto dal Consiglio Generale della città e Contado e riconfermato ogni anno, doveva visitare gli infermi di Jesi e dei 16 castelli. 33 Statuta sive sanctioneg…, liber primus, rub. XXXIII, c. 14r, “De electione medicorum”. Il compito…
Le carte residue dell’archivio comunale ci danno il primo nome di un maestro stipendiato dal comune solo ai primi del Seicento, Messer Dionisio Bini: è nominato il 12 maggio 1609, 50 fiorini (25 scudi) all’anno da pagarsi “quattreria per quattreria”, cioè ogni due mesi, il tempo che “I Quattro” dirigevano la pubblica amministrazione. 77 Il Consiglio Comunale nella seduta del 22 settembre 1856 prendeva in esame la proposta di istituire in paese una Scuola per le Fanciulle.Nella relazione introduttiva se ne evidenziarono le motivazioni: “L’istruzione delle Fanciulle nel lavoro, e la buona educazione Morale, e Religiosa sono cosa di si grave momento, che non possono sfuggire alla sollecitudine di… Il provvedimento per una “Biblioteca circolante per l’istruzione e per l’educazione dei popolo”, fu presa l’11 ottobre 1866. Era stata sollecitata dal Regio Ispettore della Scuola Primaria della Provincia che ne raccomandava l’istituzione ai Comuni. La biblioteca, sosteneva la Giunta nell’invitare il Consiglio a votare il progetto, sarebbe stata “diretta a rendere permanente il frutto… Fu per iniziativa del Centro Italiano Femminile (C. I. F.) di Monte Roberto, presieduto dall’ins. Francesca Zonghi-Lotti Gabbianelli, e della Parrocchia, se nel gennaio 1958 si aprì l’asilo infantile. I locali, realizzati con i contributi del Ministero del Lavoro furono messi a disposizione dalla Parrocchia. L’asilo rimase privato finché lo Stato nella seconda metà degli… Nelle comunità dei nostri paesi e castelli si riproponevano in passato, come del resto è sempre avvenuto anche se in scala ridotta, problemi ed episodi di “pubblica moralità” che in agglomerati più grandi in un certo senso erano fenomeni di costume non giustificato ma accettato. Gli statuti jesini prevedevano che donne “vituperosae et inhonestae” (riprovevoli… Non erano diversi dagli altri castelli i divertimenti che gli abitanti di Monte Roberto si prendevano nei momenti di tempo libero. La caccia delle palombe si svolgeva prevalentemente nella selva della comunità in contrada Catalano, al di là del Fossato; {tooltip}1{end-texte} ASCMR, Consigli (1756-1766), c. 52r. 242 8.6A LA SCUOLA PER LE FANCIULLE
243 8.6B BIBLIOTECA CIRCOLANTE
244 8.6C L’ASILO INFANTILE
244 8.7 RIGORE E CARITA’
249 9 IL TEMPO LIBERO
È praticato ancora oggi da non pochi appassionati.Un tempo la strada preferita da questo gioco era costituita dalle attuali via S. Marco e via Pace, la strada che da Castelbellino saliva verso Maiolati toccando l’esterno del castello di Monte Roberto. Quando sullo scorcio dell’Ottocento fu costruita la “provinciale dei castelli” si scelse quella strada; ora,…
Lo “steccato” chiamato anche “caccia”, “venagione” o “giostra”, consisteva nella lotta tra un cane e un toro, il cane doveva morderlo all’orecchio fino a fermarlo, solo così vinceva la gara. Il toro, più frequentemente veniva sostituito da un bue o da una vacca già destinati alla macellazione, tenuto per una fune dal Capocaccia, era incitato…
Più antica dello stesso teatro – come abbiamo già visto – era tradizione teatrale a Monte Roberto: il teatro era luogo, l’unico, per un piccolo paese, di aggregazione e divertimento. Costruito dopo il 1816, il teatro ospita il 10 febbraio 1820 la recita di una commedia cui assiste anche Saverio Berarducci Tenente della Guardia Provinciale…
4. LA BANDA MUSICALE Dopo la Confraternita del SS. Sacramento, presente a Monte Roberto almeno dal 1547, la Banda Musicale è l’istituzione-associazione più antica del paese. Trae origine da un gruppo di studenti di musica cui faceva scuola nel corso del 1874 il maestro Odoardo Gabbianelli. [17]Ivi, p. 784, 21 giugno 1874. Comunque già…
Praticato all’aperto sui prati o nelle piazze era il passatempo che molti preferivano in campagna e in paese. Il luogo più frequentato all’esterno della cinta muraria era l’attuale piazza Serafino Salvati, una lapide posta sul muro antistante lo ricorda: IL GIUOCO DELLE BOCCE È UNO SPORTDILETTEVOLE CHE RINFRANCALO SPIRITO DEL LAVORATORE.FATTO NELLE ORE DI RIPOSO…
Pianello Vallesina è divisa da sempre tra Monte Roberto e Castelbellino, per tre-quarti appartiene a Monte Roberto costituendone l’unica frazione ed agglomerato urbano, ormai da anni più popoloso dello stesso centro storico. Nelle vicinanze, come abbiamo già visto sorgeva Planina e non poche sono le testimonianze d’epoca romana e pre-romana. Tralasciando questo lontano toponimo, la…
A – LA FAMIGLIA SALVATI Il dott. Benedetto Antonio Salvati è il capostipite nel nostro territoriodell’omonima famiglia che per oltre un secolo e mezzo fu protagonista sulla scena politica ed economica di Monte Roberto e della media valle dell’Esino. Fu nominato medico condotto di Monte Roberto e Castelbellino il 7 settembre 1749 {tooltip} [19] {end-texte}…
Lo chiamavano così il complesso edilizio che noi oggi indichiamo con il nome di villa Salvati. La volle Serafino Salvati agli inizi dell’Ottocento. Attribuita per tradizione al suo proprietario, ingegnere, recenti ricerche e studi ne hanno invece identificato l’autore del progetto in Giuseppe Camporesi (1763- 1822) di Roma, uno dei massimi architetti del Neoclassicismo italiano…
Morendo l’8 novembre 1924 a Roma, Serafino Salvati con testamento olografo del 21 marzo 1923, disponeva che il suo patrimonio fosse finalizzato alla istituzione da parte dello Stato di una Scuola di Agricoltura Pratica con sede nella villa di Pianello. Vittorio Emanuele III con Regio Decreto n. 1555 del 26 agosto 1926 istituiva la fondazione…
Pressoché del tutto sconosciuto agli odierni suoi conterranei, nonostante che un appassionato fervido monterobertese extra moenia, il dott. Piero Mancini, ne abbia voluto fissare, anche se in maniera bizzarra, il nome in una lapide, con una scritta esaltante le bellezze del natio luogo dettate dallo stesso promotore. Angelo Moretti godette in vita, per la sua…
Nacque a Monte Roberto nel 1810; il nome di battesimo era Benedetto. Prese l’abito di monaco cistercense il 1 gennaior 1831, con il nome di Alberico, nel monastero di S. Croce in Gerusalemme a Roma. Fu ordinato sacerdote il 20 aprile 1834. Era nipote di don Domenico Amatori, morto il 16 settembre 1853, entrambi dell’omonima…
Discendente da una famiglia di Monte Roberto presente dal Sei-Settecento nel Consiglio della Comunità: Orazio Nicodemi e Giovanni Maria Nicodemi furono ad esempio de “I Quattro di Residenza” rispettivamente nel 1714 e nel 1766. Ecclesiastici come don Giovanni Pietro Nicodemi e don Giuseppe Nicodemi furono pubblico maestro il primo (1611) e cappellano della Comunità presso…
ASCMR (Archivio Storico Comunale Monte Roberto)Abbondanzieri (1621-1810) Abbondanzieri (1675-1771)Registro dei Bollettini (1711-1775)Bollettini (1775-1790)Bollettini (1791-1808)Consigli (1608-1616)Consigli (1639-1651)Consigli (1665-1676)Consigli (1676-1698)Consigli (1698-1711)Consigli (1711-1735)Consigli (1735-1755)Consigli (1756-1766)Consigli (1766-1780)Consigli (1780-1793)Consigli (1794-1808)Consigli (1809-1827)Consigli (1829-1839)Consigli (1843-1849)Consigli (1850-1859)Deliberazioni Consigliari (1865-1866)Deliberazioni Consigliari (1866-1876)Deliberazioni Consigliari (1877-1884)Deliberazioni Consigliari (1909-1912)Deliberazioni Consigliari (1912-1915)Deliberazioni Consigliari (1925-1928)Deliberazioni Podestarili (1930-1932)Deliberazioni Podestarili (1932-1935)Deliberazioni Podestarili (1935-1936)Deliberazioni Podestarili (1936-1940)Deliberazioni Consigliari (1946-1950)Delibere di Giunta (1925-1926)Deliberazioni di…
• AA.VV, L’Abbadia di S. Eutizio nella Valle Castoriana, Perugia-1993.• AA.VV., Architettura teatrale nelle Marche, Cassa di Risparmio, lesi 1983.• AA.VV, Aspetti e problemi del monachesimo nelle Marche, Fabriano 1982.• AA.VV., La ceramica attica figurata nelle Marche, Ancona 1991.• AA.VV, La civiltà picena – studi in onore di Giovanni Annibaldi, Ripatransone 1992.• AA.VV, Dall’antifascismo alla…
A Abbazia S. Apollinare: 50, 61, 71, 141, 174ssAcqua Salata, contrada: 191Alborghetti, Alberto: 134Albornoz, cardinale: 99, 103Alessandri, Ludovico: 173Alessandro VI, papa: 106Alighieri, Dante, piazzetta: 41Allegrini, don Rinaldo: 236Amadio, Mauro: 164Amatori, Domenico: 122, 124Amatori, don Alberico: 276Amatori, don Francesco Antonio: 238, 239Amatori, Francesco: 94, 184Amatori, Gentile: 199Amatori, Giuseppe: 91Amatori, Mattia: 111, 113Amatori, Pacifico: 135Amatori, Pietro: 121Amatori,…