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18 1.2 ASPETTO GEOLOGICO E MORFOLOGICO

rpNel quale si descrivono le vicende geologiche del nostro territorio.

Il territorio del comune è compreso nella fascia dei rilievi collinari che si sviluppano immediatamente ad est della dorsale montuosa, calcarea, dell’Appennino Marchigiano. Dal punto di vista geologico possiamo distinguerlo in due zone: la prima (zona collinare dai 120 mt. s.l.m. alla parte più alta del territorio, 367 mt. s.l.m.) è costituita da formazioni di origine sedimentaria, terreni prevalentemente sabbioso-arenacei (da noi chiamati “tufo”) alternati e passanti (in profondità) a terreni in gran parte argilloso-marnosi. Sono i depositi di un ciclo sedimentario marino verificatosi tra la fine del Miocene ed il Pliocene (5-2 milioni di anni fa circa), in un mare che allora lambiva i “giovani” rilievi montuosi appenninici.

I movimenti tettonici che si sono susseguiti durante le ultime fasi della formazione della crosta terrestre, avvenute nel Plio-Pleistocene (4-2 milioni di anni fa), hanno contribuito a dare l’attuale assetto strutturale al territorio ed hanno portato all’emersione delle suddette formazioni argilloso-sabbiose. In seguito a tale evento sono state sottoposte al modellamento degli agenti atmosferici e delle acque correnti, attraverso processi di erosione, trasporto e sedimentazione.
l sedimenti argilloso-marnosi, tettonizzati, facilmente soggetti ad erosione, hanno dato origine a pendii dolci cui fanno netto contrasto le forme accidentate ed aspre dei sedimenti arenacei più resistenti all’erosione stessa. Tale contrasto è l’elemento dominante e caratteristico del paesaggio collinare.
I versanti, che raccordano la sommità con il fondovalle, sono generalmente ricoperti da coltri superficiali derivanti dal disfacimento delle sottostanti formazioni geologiche; essi si presentano, nel complesso, in forme armoniche caratterizzate da pendenze medio-basse e da superfici lievemente ondulate, qua e la interrotte da ripidi pendii causati dall’instaurarsi di fenomeni di dissesto (frane ecc.) o da scarpate e rupi scoscese in corrispondenza degli affioramenti degli strati arenacei.

Una paleofrana è individuabile all’incirca sotto contrada Sabbioni verso il torrente Fossato, uno smottamento di terreno che pur perdendosi nella notte dei tempi ha lasciato tracce visibili.
La seconda zona, quella a valle (Pianello Vallesina, S. Apollinare, Cesola) e quella più immediatamente vicina alla sponda destra del fiume Esino, è formata da depositi alluvionali ghiaiosi e talora sabbiosi del Pleistocene Superiore (1.000.000/400.000 anni fa). Da decenni quest’ultima fascia è sottoposta ad intensa azione di scavo che ne ha modificato non poco l’aspetto ambientale. [9]Un ringraziamento particolare al Geologo Dott. Giuseppe Federici di Cupramontana cui si deve gran parte di queste annotazioni. Per una trattazione completa nel contesto regionale, cfr. Regione Marche, L’ambiente fisico delle Marche. Geologia-geomodblogia-idrologia,Firenze, S.E.L.C.A. 1991.