L’intero territorio di Monte Roberto era compreso fino al sec. XIII nell’ambito della Pieve di Morro Panicale che si estendeva anche all’attuale territorio di Castelbellino e di Maiolati. Era una delle sette pievi della diocesi di Jesi, la seconda per ampiezza per un totale di kmq. 40,85. 1 Probabilmente don Pietro Brancoli da Gualdo, ricordato, come cappellano in Monte Roberto nella chiesa di S. Silvestro, il 30 ottobre 1553, {tooltip}11{end-texte} ASCMR, Trasatti (1529-1568), c. 197r.143 6.2 I PARROCI E IL CLERO
Il Concilio di Trento aveva sottolineato come fosse particolare dovere dei vescovi, degli arcipreti dei pievani e di tutti coloro che avessero cura d’anime nelle parrocchie, l’ufficio della predicazione (Sessione V, 17 giugno 1546, decreto secondo); sullo stesso argomento prescriveva poi, nel 1563, come specifico obbligo per i vescovi e per i parroci la predicazione…
La vita religiosa e la pietà popolare non hanno potuto e non possono prescindere da alcuni forti momenti di aggregazione come quelli delle feste.Esse, diventate tradizioni, hanno formato e delineato lo specifico carattere religioso di una comunità. Quella di Monte Roberto era caratterizzata da una sentita devozione al Crocifisso, a S. Silvestro, alla Madonna di…
L’immagine del Crocifisso venerata nella chiesa parrocchiale presenta “caratteri artistici romanici o primo Rinascimento per cui può essere fatta risalire al sec. XVI o XVII”. 51 S. Silvestro, papa dal 314 al 335, è il patrono del Comune, titolare della parrocchia, la sua festa cade il 31 dicembre. Per secoli la pubblica amministrazione ha partecipato con l’offerta di cera per le “luminarie”: nel 1602 furono 15 le libbre di cera offerte per le “luminarie di S. Silvestro”, {tooltip}68 {end-texte}ASCMR, Sindacati (1602-1608),… A Monte Roberto, come a Jesi e negli altri castelli del contado, non mancò di svilupparsi, tra il Trecento e il Quattrocento, una intensa devozione alla Madonna di Loreto sia da parte dei singoli fedeli che a livello ufficiale da parte della pubblica amministrazione. Quest’ultima spesso si rendeva presente direttamente al santuario di Loreto con… La devozione popolare durante l’anno si esprimeva nella celebrazione di feste di altri santi ai quali si ricorreva per necessità particolari.La festa di S. Antonio abate (17 gennaio), era celebrata con particolare devozione. La Comunità per “antica consuetudine” offriva cera per le luminarie e faceva celebrare “gl’offici di Messe” nella chiesa parrocchiale. {tooltip}88 {end-texte} ASCMR,… Abbiamo già visto le chiese presenti nel territorio di Monte Roberto nei primi secoli dopo il Mille e andate distrutte tra il Trecento e il Quattrocento, di esse rimane solo l’abbazia di S. Apollinare mentre di S. Silvestro ha avuto la sua continuità in successive ricostruzioni.Altre piccole chiese furono costruite dal Seicento in poi, tranne… La vecchia chiesa di S. Silvestro de Curtis ubicata in campagna fu sostituita da quella nuova costruita nella prima metà del Quattrocento. Sorgeva poco lontano dalla porta d’ingresso al castello, dove si incontravano le due strade che immettevano nel paese (strada di Fosso Lungo – viale Matteotti e strada del Borgo – via Leopardi), rimase… È stata ed è l’unica chiesa dentro il perimetro delle mura castellane.Fu costruita tra il 1612 e il 1613 ad iniziativa della Confraternita della Buona Morte e dell’Opera Pia del Suffragio. La pubblica amministrazione partecipò alla spesa fornendo tutto il legname necessario alla costruzione {tooltip}147 {end-texte}ASCMR, Consigli (1608-1616), c. 90r, 13 novembre 1612.154 6.4B FESTA DI S. SILVESTRO
155 6.4C Devozione alla Madonna di Loreto
158 6.4D ALTRE FESTE E DEVOZIONI
160 6.5 LE CHIESE
160 6.5A CHIESA PARROCCHIALE DI S. SILVESTRO
170 6.5B Chiesa di S. Carlo
Dai quaderni storici esini Vol. V Anno 2014 pag. 93 La chiesa di San Carlo che oggi vediamo alla sommità del castello di Monte Roberto risale alla terza decade dell’Ottocento quando venne edificata a pochi metri da un’omonima altra chiesa che stava andando in rovina e che originariamente era stata edificata ai primi del Seicento.Dentro…
Era ubicata nelle immediate vicinanze dell’incrocio tra le attuali via Pace e viale Matteotti. La sua costruzione, conclusasi nel 1567, si deve all’iniziativa della Compagnia del Corpus Domini 151 Zenobi Ciro, op. cit., p. 17. mentre il sacerdote che l’officiava, che era anche maestro nella scuola, riceveva l’onorario dalla pubblica amministrazione come maestro e…
Di questa chiesa rimane solo il nome, via Madonna della Neve, dove sorgeva; la contrada era chiamata anche le Villate o Poggetto. La prima notizia è del 1697 quando la chiesa viene benedetta dal vescovo mons. Alessandro Fedeli e dedicata a S. Maria Neve e a S. Guglielmo abate in occasione della sua visita pastorale…
È la chiesa del cimitero costruita nel 1867-68 su disegno dell’Arch. Ciriaco Santini (1797-1889) di Jesi, cui si deve anche il cimitero stesso: 173 Ibidetn. Si tratta probabilmente della medesima chiesa chiamata della Concezione di Maria, ricordata nella visita pastorale del 22 febbraio 1875 ed ubicata in contrada Belvedere: 174 Sorge sul luogo di quella che fino a non molto tempo fa era ritenuta l’area dell’antica città romana di Planina scomparsa nel V sec. e della quale l’abbazia potrebbe rappresentare un elemento di continuità, come nella vicina Cupramontana la chiesa plebale di S. Eleuterio che sorgeva entro il perimetro di Cupra Montana, la città romana… È in territorio di Castelbellino, ma è di tutta la comunità di Pianello Vallesina amministrativamente divisa tra Monte Roberto e Castelbellino.Fu inaugurata il 5 ottobre 1924, mentre la prima pietra era stata posta il 25 aprile 1921: il disegno ed il progetto si debbono all’architetto Alfonso Coppetti.Promotore della costruzione fu don Romeo Michelangeli (1885-1962) che… È ridotta ad una capanna, fu sospesa dall’ufficiatura liturgica dagli ultimi anni dell’Ottocento,{tooltip}190 {end-texte} Ivi, p. 300, visita pastorale del 15 maggio 1898.174 6.6A ABBAZIA DI S. APOLLINARE
179 6.6B CHIESA DI S. BENEDETTO
179 6.6C CHIESA DI S. SETTIMIO
Risale alla metà dell’Ottocento, ed é stata sempre di proprietà della famiglia Tesei, ubicata nei pressi della loro villa. La ricordano le visite pastorali del 1859, 1875, 1898.193 Ivi, pp. 26, 285, 300.Rievoca l’antica chiesa di S. Antonio di Antignano che sorgeva nelle vicinanze, solo però nel nome e non nella persona, la…
Viene ricordata nelle risposte ai questionari delle visite pastorali del 17 maggio 1869 e del 22 febbraio 1875 quale proprietà dei conti Scalamonti. Nella visita pastorale del 15 maggio 1898 viene detta dalla famiglia Honorati, di piccole dimensioni, ben fornita.194 Ivi, pp. 277, 285, 300.Con tutta probabilità inizialmente apparteneva alla famiglia Ghislieri proprietaria…
Attigua a Villa Salvati, costruita dopo la villa stessa (la concessione dal vescovo fu ottenuta nel 1819), realizzata da Serafino Salvati (1755-1835) agli inizi dell’Ottocento.La dedicazione al santo cappuccino dallo stesso nome, Serafino da Monteprandone (1540-1604), intendeva ricordare appunto l’artefice primo della fortuna della famiglia Salvati ed un santo cui la famiglia era particolarmente devota…
La sepoltura dei defunti ed il loro ricordo, a motivo della fede nella vita dopo la morte e nella risurrezione, furono sempre tenuti dai cristiani in speciale: onore. Così dai primi tempi del cristianesimo dopo che nelle chiese ‘venivano inumati vescovi, sacerdoti ed anche laici di particolare virtù., invalse la consuetudine di’ seppellire indistintamente nel…
La pietà popolare e la devozione della gente si sono espresse lungo i secoli anche nella costruzione di edicole religiose o “figurette”. Un fenomeno diffuso derivato dal paganesimo, un patrimonio della cultura e della tradizione popolare spesso trascurato, certamente da non perdere.{tooltip}218{end-texte}Ceccarelli R., Le figurette della pietà popolare, in il Massaccio n. 5, dicembre 1990,…