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172 6.5C Chiesa di S. Maria del Buon Gesù

Era ubicata nelle immediate vicinanze dell’incrocio tra le attuali via Pace e viale Matteotti. La sua costruzione, conclusasi nel 1567, si deve all’iniziativa della Compagnia del Corpus Domini 151 Zenobi Ciro, op. cit., p. 17. mentre il sacerdote che l’officiava, che era anche maestro nella scuola, riceveva l’onorario dalla pubblica amministrazione come maestro e come cappellano, equiparato per quest’ultima mansione, nel 1606 a quello che prima gli passava la compagnia. 152 ASCMR, Consigli (1608-1616), c. 37r, 5 agosto 1608. La nomina di cappellano era soggetta a riconferma annuale o al massimo per due/tre anni; il salario era previsto in bilancio, inoltre riceveva una soma di grano ed aveva la possibilità di “poter fare la cerca delle vendemmie e del mosto”. 153 Ivi, c.67r, v. Il Comune pagava il cappellano anche perché aveva partecipato almeno per la metà, alle spese della costruzione della chiesa così come partecipava in parte o si assumeva completamente a carico le spese per la sua manutenzione ordinaria e straordinaria. 154 Ivi, c.109r, 26 ottobre 1613; cc. 144v e 145r, 11 febbraio 1615, tetto caduto, da rifare. La Compagnia o Confraternita del Corpus Domini o del SS.mo Sacramento, unita amministrativamente alla Confraternita del Rosario, non riusciva a far fronte alle spese. 155 Possedeva solo la chiesa, cfr. Zenobi C., op. cit., p. 116, nota 46. per la chiesa, così che il Comune progressivamente se ne dovette assumere completamente l’onere, a volte però anch’esso non aveva i fondi necessari interventi tempestivi: nel 1674 l’ufficiatura nella chiesa fu sospesa per qualche tempo per ordine del vescovo in attesa di lavori ben eseguiti, infatti porte e finestre non erano state accomodate secondo le direttive date durante la visita pastorale dell’anno prima. 156 ASCMR, Consigli (1665-1676), c. 119v, 4 marzo 1674. La chiesa era chiamata anche Chiesa nuova in relazione, per l’epoca della costruzione, a quella di S. Silvestro più vecchia e unica del paese, e anche Chiesa della Madonna della Pietà per un quadro su tavola che risaliva al Seicento raffigurante la SS.ma Vergine della Pietà posto nell’altare maggiore e restaurato nel 1758. 157 ASCMR, Consigli (1756-1766), c. 69r, 9 aprile 1758, lo aveva ordinato il Vescovo Fonseca nella visita pastorale del 12 giugno 1755. Nel marzo 1687 cadde dal campanile l’unica campana: era talmente piccola che il suo suono “non si sentiva nemmeno da piedi del Castello”, nel rifarla si pensò di arrivare almeno a 50 libbre, 158 ASCMR, Consigli (1676-1698), e. 138 v. Ivi, c. 208v, 14:giugno 1693. quando poi in concreto si riuscì a farla nel 1695, si arrivò invece ad un peso di 60 libbre (poco meno di 20 kg.). 159 Ivi c. 230r, 19 giugno 1695.  Il cappellano, verso la metà del Settecento, è obbligato a celebrare nella chiesa una messa ogni domenica per ciascun mese dell’anno e in tutte le feste della Madonna, sia di precetto che di devozione; negli altri giorni doveva celebrare nell’altare del Rosario della chiesa parrocchiale di S. Silvestro o dove gli sarebbe stato comodo, comunque se fosse stato inadempiente il Comune lo avrebbe privato della cappellania. 160 ASCMR, Consigli (1735-1755), c. 104r, 4 marzo 1742. Il vano della chiesa era coperto da un tetto senza volta, un arco delimitava il presbiterio e l’altare ricoperti da un’abside; sui gradini dell’altare c’era una piccola urna di legno con il corpo di S. Bonaventura martire. 161 Urieli C., Archivio Diocesano – Visite Pastorali, ds., p. 132. Nel 1755 la chiesa è in pessimo stato e il vescovo mons. Antonio Fonseca invita a trovare una soluzione per un radicale restauro. 162 Ivi, c. 197r. Sei anni più tardi si decise di rifabbricarla; i lavori vennero appaltati nel 1762, 163 ASCMR, Trasatti della Comunità di Monte Roberto (1758-1777) cc. 25-27, 25 aprile 1762; cfr. testo in Appendice n. 5, pp. 292-294. il progetto, pianta e disegno erano dell’architetto Ludovico Alessandri di Staffolo; 164 ASCMR, Registro delli Bollettini (1711-1775), c. 181 V. fu benedetta da don Girolamo Noni, già parroco di Monte Roberto, delegato del vescovo, vicario generale e rettore del seminario di Jesi, il giorno 8 settembre 1763. 165 Ivi, c. 197r.   ASCMR,   Consigli (1756-1766), c. 22/v. Nel 1817 nella chiesa si tumulava provvisoriamente e si pensava di fare nelle sue vicinanze il cimitero, si soprassiede però al progetto non avendo parere favorevole del medico; 166 ASCMR, Consigli (1809-1827), pp. 93-94, 8 marzo 1817; p. 105, 29 maggio 1817. vent’anni dopo si ritorna sull’argomento e si approva il progetto che tuttavia non verrà realizzato. Durante il colera dell’estate 1855 l’area limitrofa alla chiesa fu trasformata in cimitero provvisorio sia per Monte Roberto che per Castelbellino: le salme furono esumate nel 1871 per mettere di nuovo il campo a coltura. 167 ASCMR, Deliberazioni Consigliari (1866-1876), p. 95, 25 maggio 1871. La chiesa di S. Maria della Pietà divenuta Chiesa Tumulante del Cimitero ancora in piedi nel 1866, risulta “diruta” nella visita pastorale del 1869. 168 Urieli C., Archivio Diocesano – Visite Pastorali, cit., pp. 272 e 277.