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235 8.6 La scuola pubblica

Le carte residue dell’archivio comunale ci danno il primo nome di un maestro stipendiato dal comune solo ai primi del Seicento, Messer Dionisio Bini: è nominato il 12 maggio 1609, 50 fiorini (25 scudi) all’anno da pagarsi “quattreria per quattreria”, cioè ogni due mesi, il tempo che “I Quattro” dirigevano la pubblica amministrazione. 77 ASCMR, Trasatti (1566-1614), c. 345v. Dal 1610 il Bini redige anche i verbali del Consiglio della Comunità di Monte Roberto: 78 ASCMR, Consigli (1608-1616), c. 59v. e ss.
Gli statuti jesini del sec. XV stabilivano che venisse eletto “un maestro di grammatica”, “qui doceat scholares, cives et comitativos sine aliquo salario ab us percipiendo” (che insegni a studenti della città e del contado senza pretendere da loro alcun compenso). 79 Statuta sive sanctiones…, liber primus, rub. XXXIII, c. 14r.
Le famiglie nobili avevano precettori in casa, le famiglie meno abbienti usufruivano di questo servizio unico per tutto il contado che certamente non poteva arrivare a tutti i castelli, a meno che gli studenti non si trasferissero in città. Nel corso del Cinquecento i castelli con popolazione più numerosa e con un’economia più florida incominciarono ad istituire una scuola per proprio conto affrontando sul proprio bilancio la spesa relativa. 80 Urieli C., Il Liceo-Ginnasio difesi la vita culturale jesina, Jesi 1985, pp. 35-37.
A Massaccio, ad esempio, il primo maestro pubblico fu eletto il 17 marzo 1517, Pietrangelo Scalone de Lyostune, 81 ASCC, Istrumenti e trasatti, 1(1505-1524), c. 121v. era stato il Vice Legato della Marca che nel 1515 aveva ingiunto ai Massari di Massaccio la nomina del “pubblico maestro di scuola”. 82 Menicucci F., Memorie istoriche di… Massaccio, p. 28.
A Monte Roberto alla nomina ci si arrivò dopo quasi un secolo se Messer Dionisio Bini è maestro nel primo e secondo decennio del Seicento, un altro Bini, don Orinzio, è maestro alla metà del secolo, maestro ed anche per qualche anno (1639) segretario (“cancellarius”) comunale. 83 ASCMR, Consigli (1639-1651). La scuola in questi anni è contigua al Palazzo Comunale; nei giorni di festa la stanza viene abusivamente usata per giocare, protestano i vicini e il comune proibisce di entrarvi “parendo ancora indecenza che la scuola debba servire per gioco facendovi in quella strepito e rumore con scandalo di molti”, per quanti trasgrediscono la pena è di un testone. 84 Ivi c. 31r/v, 11 novembre 1641. Il testone è una moneta di argento dal peso di g. 18.
Di norma il maestro, che è un sacerdote, era anche cappellano della chiesa di S. Maria della Pietà, nominato in questo incarico dal Consiglio della Comunità, a volte per breve tempo i due incarichi sono stati separati, quando ad esempio il maestro non era prete (laico o solo chierico), o affidati a due sacerdoti diversi. Obbligo del cappellano, che riceveva dal Comune per questo un compenso annuo, era di celebrare messa nella chiesa, non facendolo era multato di due paoli ogni volta.
Don Rinaldo Allegrini, di Fossombrone, maestro per poco più di un anno, 1722-23, è tenuto anche a “insegniar di canto figurato alla gioventù et altri di questo castello”. 85 ASCMR, Consigli (1711-1735), c.163v, 2 febbraio 1722. Il canto figurato è un canto liturgico ricco di figurazioni melodiche e ritmiche, si contrappone al canto fermo cioè al canto fermo o gregoriano. Se il maestro doveva assentarsi per un giorno doveva chiedere il permesso ai “Signori Quattro”, se l’assenza si prolungava per più di un giorno era obbligato a lasciare un sostituto.
Don Guido Antonio Baldelli, di Monte Roberto, al suo primo incarico da maestro nel 1713 non è ancora sacerdote, è solo giovane chierico ed esercita il suo officio con ogni puntualità, 86 Ivi, c. 45v, 6 agosto 1713; c. 71v, 10 ottobre 1724. dieci anni dopo – al secondo incarico dopo un anno dell’Allegrini – gli viene imposto che “tanto la scuola della mattina quanto della sera non debba terminarla non prima che due hore”. 87 Ivi, c. 190v, 9 gennaio 1724.
L’insegnamento di don Baldelli viene trovato carente dal vescovo di Jesi, mons. Antonio Fonseca, in visita pastorale a Monte Roberto, il 13 settembre 1726: gli alunni sono poco istruiti in grammatica, 88 Urieli C., Archivio Diocesano – Visite Pastorali, p. 132. nel 1729 don Baldelli non ha più la riconferma e la scuola è affidata al parroco don Pier Francesco Sebastianelli. 89 ASCMR, Consigli (1711-1735), c. 226r. 1 maggio 1729.
Don Attilio Vaselli di Maiolati è “negligente nell’esercitare il di lui officio, è molto propenso alli cicaleggi et negligenze che si fanno da scolari nel tempo di scuola, [… è] astretto di dare e rivedere i Latini a tutte le classi quattro volte la settimana e fare le necessarie esplicitazioni a guisa di zelanti maestri, non deve permettere i suddetti cicaleggi”, altrimenti sarà “subito escluso e rimosso dalla sua carica senza speranza”. 90 Ivi, c. 27r/v, 9 novembre 1737. Non confermato dal Consiglio della Comunità, il Luogotenen        te del Governatore ordina al maestro di insegnare ancora per un anno, il Vaselli lo conclude, ma il 4 novembre 1738 se ne va “per i suoi vantaggi” rinunciando all’incarico. 91 Ivi, c. 39r.
Miglior maestro fu indubbiamente don Alessandro Taglianoni di Belvedere, “ha ottimi requisiti e di scienza che di candidissimi costumi, come pure di buona comunicativa nell’insegnare”. 92 Ivi, c. 139r, 15 aprile 1745. “Da tutti sono conosciuti il profitto che sotto la sua disciplina fanno i nostri giovani, […] i buoni costumi, l’idoneità e la bontà di vita”. 93 Ivi, cc. 190r/v, e 151r.
Con la nomina di don Francesco Chiodi di Castelbellino, che rinuncia dopo appena 14 giorni, vengono dal Consiglio precisati “i giorni di vacanza assegnati alla Pubblica Scuola di Monte Roberto”; “oltre le feste solenni e di precetto” lo sono le feste di S. Antonio Abate (17 gennaio), S. Biagio (3 febbraio), S. Agata (5 febbraio), S. Apollonia (9 febbraio), S. Francesco di Paola (2 aprile), S. Marco (25 aprile), S. Atanasio (2 maggio), S. Floriano (4 maggio), S. Pasquale Baylon (17 maggio), S. Antonio di Padova (13 giugno), la festa della Visitazione di Maria Vergine (2 luglio), di S. Francesco d’Assisi (4 ottobre), S. Nicola da Tolentino (10 settembre), la festa della Esaltazione della S. Croce (14 settembre), la Commemorazione dei Morti (2 novembre), S. Martino vescovo (11 novembre), la festa della Presentazione al Tempio di Maria Vergine (21 novembre), S. Nicolò (6 novembre), S. Lucia (13 dicembre). Erano giorni di vacanza inoltre i giorni delle due fiere, gli otto giorni di carnevale, i giorni dal mercoledì santo al mercoledì successivo escluso, la vigilia di Natale fino al giorno 2 gennaio escluso. 94 ASCMR, Consigli (1735-1755), c. 160r, 2 ottobre 1746.
Nei confronti di don Agostino Valchera, di Maiolati, al momento della conferma viene detto: “Uomo d’ogni merito e si stima per le sue qualità e dottrina, presta assidua assistenza alli giovinetti di questo luogo che vanno a scuola e s’approfittano nelle lettere e Santo timor di Dio, […], tutto il paese se lasciasse sarebbe dispiaciuto”. 95 Ivi, c. 236r 4 agosto 1754.
Don Saverio Zoppini, da Monte S. Vito, insegnò per tre anni, 1764-1767, proveniva da Castelbellino, preferì Monte Roberto perché gli veniva corrisposto uno stipendio più alto (40 scudi, più 19 scudi per la cappellania di S. Maria della Pietà o Chiesa Nuova), era conosciuto per la “sua abilità in insegnare alla gioventù che va alla di esso scuola”. 96 ASCMR, Consigli (1756-1766), c. 272r.
Tenne invece cattedra per 20 anni don Francesco Amatori di Monte Roberto, dal 1767 al 1788, aveva studiato presso il Liceo Leoniano a Massaccio sotto la guida dei Monaci Camaldolesi di S. Lorenzo; 97 cfr. De Philosophia Dogmatica, et scepticismo, de moderata Philosophandi libertate deque criterio veritatis, et probabilitatis, theses ex Prolegomenis Philosophiae excerptae, quas Franciscus-Antonius Amatori e Castro Montis Ruberti, et Johannes Menicucci massatientis In Leoniano Lycaeo Massatii apud Camaldulenses Monachos Philosophiae Auditores pubblico exponunt certamini, Jesi, Tip. Eredi Caprari 1761, pp. XII, in Miscellanea di stampe e manoscritti, Archivio Parrocchiale S. Leonardo, Cupramontana, Fondo Menicucci n. 10. in questi anni tutto il mese di ottobre era vacanza come pure era vacanza il sabato sera. 98 ASCMR, Consigli (1766-1780), c. 184, r.
Riconfermato il 19 febbraio 1786 don Amatori nell’insegnamento, il Consiglio approva un “espresso capitolo: che la scuola debba durare due ore nella mattina e due altre ore nella sera; e che si debbano riformare li capitoli in quanto alli giorni di vacanza e formarsi nuova tabella per le dette vacanze parendo esserci troppo perdimento di tempo per la gioventù e altresì che il Maestro nell’uscire di scuola la mattina guidi li scolari alla chiesa per far loro udire la S. Messa, come è stile e debba osservarsi quanto sarà definito nella tabella tanto per istruirsi la gioventù nella Pietà che nella scienza delle lettere umane”. 99 ASCMR, Consigli (1780-1793), c. 75r. Il 14 ottobre 1788 Don Amatori rinuncia all’incarico di maestro per infermità. 100 Ivi, c. 100r.
Quando incominciò ad insegnare, nel 1797 Domenico Bucci di Monte Roberto 101 ASCMR, Consigli (1794-1808), c. 33v, 6 giugno 1797. aveva 22 anni; aveva iniziato la carriera ecclesiastica e lo chiamavano ‘abate’, ma non arrivò alla consacrazione sacerdotale; insegnò fino al 1817, dal 1816 è segretario comunale; di lui il sindaco Salvati nel 1809 scrive: “Il Signor Domenico Bucci […] è persona proba, sufficientemente capace ed esercita il suo officio con quella attenzione che si deve a pro dei discepoli, dei quali non omette anche la vigilanza per la loro buona educazione”. 102 ASCMR, Registro di lettere (1808-1809), p. 248, n. 304, 20 ottobre 1809, lettera al Vice-Prefetto distrettuale di Jesi.
Passata la “ventata giacobina” e ritornato il governo pontificio è eletto don Giambattista Corradini di Maiolati, di nuovo vengono fissati i doveri del maestro: “Insegnare l’ abecedario fino a tutta la retorica; insegnare le cognizioni di aritmetica; insegnare la Dottrina Cristiana e altro relativamente al buon costume”, il maestro poi doveva far recitare nella festa di S. Nicolò (6 novembre), al più idoneo fra i suoi scolari la consueta orazione panegirica, 103 ASCMR, Consigli (1809-1827), p. 93, 8 marzo 1817. dopo la scuola – alla sera – era prevista la visita al SS. Sacramento nella chiesa parrocchiale.
Con la riforma degli studi fatta da papa Leone XII con la costituzione “Quod Divina Sapientia” del 28 agosto 1824, le cattedre di insegnamento si conferiscono con il concorso pubblico e relativi esami. Antonio Cotini di Staffolo si aggiudica il concorso per la cattedra di maestro pubblico di Monte Roberto espletato il 28 agosto 1834; un mese dopo, il 29 settembre, confermandogli l’incarico il Consiglio prescrive: “L’assegno annuo per detta cattedra è di scudi 64 oltre una sufficiente casa di abitazione, col peso di insegnare a leggere e scrivere, l’aritmetica, la grammatica italiana e latina e la Dottrina Cristiana oltre l’accompagno in chiesa dei giovani studenti la mattina [per ascoltar la messa] e sera [per adorare il SS. Sacramento] dopo la scuola”. 104 ASCMR, Consigli (1829-1839), pp. 188-189, 29 settembre 1834. Lo stipendio del maestro nel 1837 viene portato, su desiderio del card. Pietro Ostini vescovo di Jesi, a 80 scudi annui. 105 Ivi, 6 ottobre 1837.
Dopo i mesi turbolenti della Repubblica Romana tutti gli addetti alla pubblica istruzione dovevano essere sottoposti a stretto controllo (censura); il relativo Consiglio di censura istituito dal vescovo non eccepì nulla verso il maestro di Monte Roberto, don Gaetano Onofri di Morro d’Alba, titolare della cattedra dal 1838 che dava “prove non dubbie dell’ottimo metodo che egli usa nell’insegnamento e della premura che adopera per la buona educazione della gioventù”. 106 ASCMR, Consigli (1843-1849), pp. 50-51, 13 dicembre 1849. Don Onofri fu l’ultimo maestro di Monte Roberto sotto lo stato Pontificio, con unanime riconoscimento aveva sempre esercitato “con somma lode e premura e vantaggio della studiosa gioventù”.
Nei primi anni dopo l’unità d’Italia l’istruzione elementare ebbe un forte impulso, alle scuole maschili e femminili del paese si aggiunsero le scuole maschili a Pianello e in contrada Calapina nel 1863, scuole femminili nelle stesse contrade nel 1867; nel 1874 si progettò una Scuola Consorziale Elementare con Cupramontana da istituirsi in contrada Torre.
Dal novembre 1866 al maggio 1867 si tenne aperta una “Scuola Domenicale per le adulte”, vi parteciparono circa 40 alunne ed era tenuta dalla maestra della scuola femminile: l’iniziativa faceva parte di un vasto programma di alfabetizzazione per gli adulti, come le scuole serali e domenicali tenute nel 1867 dai maestri Teofilo Poli e Giovanni Moretti. 107 ASCMR, Deliberazioni Consigliari (1866-1876), p. 51, 31 gennaio 1867; p. 86, 28 maggio 1866; p. 130, 18 novembre 1867; p. 177, 21 giugno 1874.
L’esodo dalle campagne verificatosi progressivamente nei decenni del Novecento portò alla chiusura delle scuole rurali facendole concentrare in paese e a Pianello consorziandosi con Castelbellino. Il successivo ridursi della popolazione anche nel paese, dopo la formazione di pluriclassi, portò alla definitiva chiusura della scuola elementare nel centro storico di Monte Roberto nel settembre 1993.