Al nome di Dio Amen. Adì 25 Aprile 1762.
Premesse le solite Notificazioni ecc., si è accesa la candela per la rifabrica della Chiesa della Madonna della Pietà, detta la Chiesa Nuova juspatronato di questo Pubblico, cioè Arco, Coretto, e Facciata d’avanti ecc., conforme si spiegano nelli capitoli che si legono ecc.; Onde avanti il Sig. Pietro Anibaldi de Quattro di residenza, si è venuto al Trasatto; in primo luogo letti li capitoli per detta fabbrica, cioè
Al nome di Dio Amen
Capitoli da osservarsi dal Capo Mastro Muratore cui si deliberarà il lavoro della rifabrica dell’Arco Maggiore e Basi di esso, Coretto, e Facciata della Chiesa Nuova juspatronato di questa Comunità di Monte Roberto, conforme alle perizie, ed alla Pianta ecc., a norma delle risoluzioni consiliari, ed approvazioni della Sacra Congregazione del Buon Governo, e circa l’opere di muratori, manuali, e donne necessarie assistenti e detta fabrica, cioè
1°. Li fondamenti delle basi sostegno dell’Arco Maggiore e del Coretto annesso dovranno esser profondi non meno di piedi cinque misura di Jesi; e non trovandosi il sodo, e saldo terreno, dovrà profondarsi di più finchè non sarà trovato il sodo; e così parimente per la facciata d’avanti, da riconoscersi ancora da Sig.ri Deputati, che opraranno secondo il giudizio ancora de Periti in caso di bisogno, da chiamarsi da medesimi Sig.ri Deputati.
2°. Il muro nel fondamento di detti Arco, e Coretto, e della Facciata che si rifarà da fondo, conforme, ordinaranno li Sig. Deputati, non dovrà essere nelli fondamenti, sino alla superficie della terra, non meno di cinque teste di mattone, di grossezza; quando poi il muro sarà fuori del fondamento, sopra il terreno sino l’alteza del tetto, dovrà essere di grossezza il muro di quattro teste di mattone.
3°. La Comunità sommistrarà le materiali necessari per fabbricarsi, cioè Pietra cotta, Pietra grande rustica, travicelli che potranno occorrrere pel tetto, e per li battenti de vani, ed altri legnami, da ponersi in opera nella medesima rifrabrica di chiesa.
4°. Che nel fabricare detto Arco, Coretto e Facciata, li muratori deliberatarj debbano stare sotto la direzzione de Sig.ri Deputati, e per regolare li vani da finestre, e per l’incassatura nel muro e per il Quadro d’Altare ed altresì di ponere le chiavi sorde, o apponenti ne’ muri, come, e dove li Sig.ri di Deputati stimaranno proprio. E parimente il campanile dovrà rifabbricarsi ove vorranno, e consideraranno più espediente li Sig.ri Deputati; cioè, e nel sito presso l’Arco, dove sta presentemente, opure sopra la muraglia di facciata da piede alla Chiesa con farci il posto per un altra campana, ancora formando il Campanile a guisa di un sette; con sporgere anche sopra il muro laterale vecchio di detta Chiesa.
5°. Nello rifabricarsi la facciata di detta Chiesa, dovrà rifarsi l’Arco della Porta Maggiore quadrato, secondo il disegno, e d’una finestra in mezo sopra e li due ovati di luce laterali a detta Porta Maggiore secondo il disegno; ma senza verun altro ornamento che stà nel disegno della facciata medesima Chiesa.
6°. Nel demolirsi l’Arco, e Coretto, e Facciata d’avanti, dovranno li muratori ricapar bene la Pietra Cotta dalla Rustica, e non dovranno ponere la Pietra Cotta ne muri pieni, se nonchè nel modo e dove verà loro ordinato dal Sig.ri Deputati,
7°. Nel farsi le riquadrature delle Basi, ed Arco, e li capitelli di colonne, e cornigione nel contorno di dentro di detto Coretto, che servirà ancora per l’impostatura della volta, o soffitta a camera canna nei centoni di legno per coprirsi tutto il detto coretto, dovrà osservarsi il modo tenuto nel disegno.
8°. L’Altare con predella isolato dovrà farsi nel sito sotto l’Arco da rifabricarsi, con forme al disegno, e siccome, verà ordinato da Sig.ri Deputati. E li muratori deliberatarj, prima di cominciare a demolire il coretto, e facciata, dovranno slocare con tutta diligenza la Cona dell’Altare Vecchio, ed il Parato di gessoscagliola per potersi ben custodire ecc.
9°. Li muratori deliberatari dovranno provedere tutti li legnami che gli potranno occorrere per fare l’armature, caviglie, corde ecc.; ed altresì tutta l’acqua necessaria per la fabrica di detto Arco, Coretto e Facciata. La Comunità poi intende consegnare alli detti Muratori deliberatarj tutti gl’altri materiali occorrenti per fabricarsi come si è destinato da Consegli coll’approvazione della Sagra Congregazione del Buon Governo; ed intende consegnarli nel modo seguente, cioè tutta la Pietra Cotta, e Pietra rustica nel sito presso la fabrica come pure il sabbione, e legnami occorrenti per architravi, centoni di soffitta, e travicelli per il tetto; la calce poi intende consegnarla nella Basca ove e smorzata presso la Fonte sopra il SS.mo Crocifisso dove li muratori la prenderanno secondo il giornale bisogno per fabricarci, con trasportarla a conto loro li deliberatarj muratori nel sito della fabrica, come pure il gesso lo consegnarà in questo Pubblico Palazzo.
10°. La detta fabrica di Arco, e Coretto dovrà compiersi nel termine di due mesi dal dì dell’Istromento, quale si stipulerà ad arbitrio de Sig.ri Quattro dopo l’approvazione di sigurtà quale dovrà proporsi, e far comparire personalmente dal deliberatario, ancora per la rifabrica di facciata di detta Chiesa, per la quale si darà la dilazione d’un altro mese di più a compirsi, e più ancora, secondo che consideraranno li Sig.ri deputati esser opportuno per far fermare li detti muri, e detto lavoro terminato che sia, dovrà mantenersi dalli muratori deliberatarj per lo spazio d’anni cinque.
11°. La Comunità verà somministrando il denaro secondo che si verà fabricando, e scudi dieci li darà in principio nell’atto dell’istrumento affine che il deliberatario possa fare la provista di legnami, e massarizie necessarie al lavoro; con protesta peraltro della Comunità, che intende ritenersi scudi dieci dell’intiero prezzo per quanto verrà deliberata la fabrica, e questi come il deposito perfino che non sarà compito di fabricarsi tutto l’espresso ne precedenti capitoli, cioè Arco maggiore, Coretto, Altare, e Facciata, intendendo che sia compito il lavoro ancora di riquadrature, scialpi, cornigione ecc. nel coretto, e chiusi li vani vecchj, e crepature nelle muraglie ancora laterali; ed imbiancare ancora nel di dentro tutta la Chiesa con pulizia ad uso d’Arte di buon muratore; e la Comunità somministrarà una libra di Pelo da fare Pennelli per detta imbiancatura.
12°. Affinché le cose tutte possano caminare con armonia e quiete, e riparasi a qualunque inconveniente, che potesse accadere a cagione delle Persone manuali in detta Fabrica di Chiesa, cioè muratori, detti Cocchiare, Maltaroli o Facchini, e Donne; la Comunità riserva ad arbitri de Sig.ri Deputati l’escludere a loro sodisfazione ed arbitrio quelli muratori, Facchini, e Donne, che porranno i medesimi deliberatarj; e perciò questi non dovranno dare principio alla fabrica, senza prima aver individuato a Sig.ri Deputati, quali siano li muratori, Facchini, e Donne assisténti, che essi avranno determinato che s’applichino in detta rifabrica di Chiesa.
La Perizia per opera di muratori ecc. stà in scudi 60.
Pertanto accesasi la candela, ed esclamando il Pubblico Ballo, Felice di Giacinto a Chi Volea offerire, ci furono le seguenti offerte; stando a scudi 60.
Prima Candela. Mastro Eleazaro Federica scudi 57
Mastro Giacomo Pollo a scudi 55
Mastro Giovanni Sante Lucarini a scudi 54
Mastro Giacomo Pollo a scudi 50
2a Candela: Mastro Giovanni Sante Lucarini a scudi 49
Mastro Giacomo Pollo a scudi 45
3a ed ultima candela. Dichiaratosi da Sig.ri Quattro, che un meno s’intendesse
un fiorino per voce ad utile della Comunità, ci furono cinque voci d’offerte, e
l’ultima fa di Mastro Francesco Lucarini, e per scudi 42:50. Presenti li Testimonj
Sig.ri Mania Amatori, ed Angelo Piersimone Dominici Pubblico Segretario.
ASCMR, Libro dé Trasatti della Comunità di Monte Roberto (1758-1777)
cc. 25-27. –