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135 5.10 REPUBBLICA ROMANA (1849)

Gli avvenimenti che anticiparono i pochi mesi della Repubblica Romana (febbraio-giugno 1849), l’elezione di Pio IX (1846), le speranze che ne seguirono, i fatti convulsi verificatisi a Roma e in Italia nel corso del 1848, non produssero in paese grosse novità.
Il fatto più importante fu quello della costituzione della Guardia Civica secondo il regolamento che era stato redatto e diffuso per tutto lo Stato Pontificio il 30 luglio 1847. Il corpo di Guardia Civica fu organizzato agli inizi del 1848 e posto sotto il comando del Capitano Alessandro Capitelli. Nel bilancio 1848-49 fu previsto l’acquisto di 30 fucili, furono programmate spese per la caserma, materiale di cancelleria, stampati, ecc.
Tutto doveva funzionare nel migliore dei modi: furono previsti un tamburino, un inserviente, un armiere ed un istruttore. Al ruolo di Istruttore della Guardia Civica fu chiamato Giuseppe Merli di Castelbellino, già caporale e reduce dell’Armata napoleonica e quindi di provata esperienza.
Il Consiglio Comunale il 12 giugno 1848 approvò la richiesta di quattordici componenti della Guardia Civica che, avendo scelto di vestirsi in uniforme a proprie spese, chiedevano però di essere forniti di daga e giberna a carico del Comune. Ed avevano scelto di farlo “per mostrare il loro leale attaccamento al Governo dell’immortale Pontefice e Sovrano Pio IX”. Questi i loro nomi: Sante. Amatori, Pacifico Barocci, Domenico Chiatti, Pacifico Amatori, Vincenzo Meloni, Pasquale Barcaglioni, Antonio Tesei, Francesco Ceccarelli, Pacifico Barcaglioni, Domenico Moretti, Francesco Zepparoni, Giuseppe Giuliani, Emidio Badiali.
Come tamburino, non essendoci in paese, fu chiamato Ippolito Santinelli di Rosora, già tamburino della Truppa Militare di Riserva disciolta da quasi due armi. 138Palmolella Marco, “L’albero segato in Majolati”: Vicende della Repubblica Romana, Comune di Majolati Spontini 2004, pp. 105-106.   
Poco meno di un mese prima, il 20 maggio, il Priore Giovanni Mecarelli e gli Anziani Ridolfo Capitelli e Angelo Scarabotti, attestavano che pur non avendo potuto fare il Comune alcuna offerta per le truppe che partecipavano con i Piemontesi a quella che sarebbe stata la prima guerra d’indipendenza (marzo – luglio 1848), avevano però fornito di vestiario, di daga e giberna e di soldo quindicinale al giovane volontario Cristofaro Camerini che era stato arruolato nella 3a Compagnia, 1° battaglione della la Legione Romana che nei primi giorni di aprile si era messa in marcia verso la Lombardia. 139Ivi, pp. 130-131.   
Le notizie ufficiali delle fasi delle confuse vicende che Roma stava vivendo, arrivavano in Municipio attraverso i proclami, le notificazioni o gli appelli che venivano direttamente da Roma o da Ancona mentre le autorità comunali cercavano nel modo migliore di mettere in atto le disposizioni superiori.
Il 21 gennaio 1849 gli elettori della città e della Provincia di Ancona elessero i rappresentanti del popolo per l’Assemblea Nazionale. Monte Roberto faceva parte del terzo collegio elettorale di Jesi che comprendeva i comuni di Jesi, S. Marcello, Monsano, Maiolati, Massaccio, Staffolo, Castelbellino e S. Paolo. 140ASCC, Editti Bandi Decreti 1849, Decreto del Delegato di Ancona del 15 gennaio 1849. L’Assemblea Nazionale, diventata Assemblea Costituente Romana, con il “Decreto fondamentale” del 9 febbraio 1849, “1 ora del mattino”, decideva all’art. 1 che “Il Papato è decaduto di fatto e di diritto dal governo temporale dello Stato Pontificio” e all’art. 3 che “la forma del governo dello stato romano sarà la democrazia pura e prenderà il glorioso nome di Repubblica Romana”.141Ivi, Decreto del 9 febbraio 1849. 
Per 1’11 marzo era prevista l’elezione di tutte le Magistrature Municipali esistenti nel territorio della Repubblica secondo il “Decreto sugli ordinamenti dei Municipi” che aveva fatto il 31 gennaio la Commissione Provvisoria degli Stati Romani. 142Ivi, Decreto del Ministro dell’Interno del 10 febbraio 1849 e Decreto sugli ordinamenti dei Municipi del 31 gennaio 1849.  Monte Roberto, come tutti” i Comuni che hanno una popolazione minore di duemila abitanti” doveva eleggere 13 consiglieri che a loro volta avrebbero eletto il Priore e due Anziani.
Lo stesso giorno che a Roma si insediava il Triumvirato (G. Mazzini, C. Armellini e G Saffi), il 19 marzo, gli eletti dell’11 marzo al Consiglio Municipale di Monte Roberto si riunirono per eleggere la Magistratura, nominando Benedetto Salvati Priore e Francesco Capitelli ed Arcangelo Scarabotti Anziani. 143ASMR,  Consigli (1843-1849), 19 marzo 1849, pagine non numerate. 
La nuova situazione politica a Monte Roberto aveva cambiato ben poco; il fatto straordinario ed importante fu l’elezione “a suffragio universale”‘ per la prima volta del Consiglio Comunale, non però un “suffragio universale 144AS CC, Editti Bandi Decreti 1849, decreto del 10 febbraio 1849.  come lo intendiamo oggi (uomini e donne senza alcun riferimento ai beni posseduti): votarono infatti i cittadini possidenti maggiori di anni 21, i responsabili di enti morali o di aggregazioni ugualmente possidenti, “escluse le sole aggregazioni di donne”, non votarono “quelli che vivono di mercede giornaliera per opera manuale o meccanica, cioè di salario per opera servile [operai] e di elemosine”. e “tutti i lavoratori mezzadri, e che non possiedono beni immobili”.145Ivi, Decreto sugli ordinamenti dei Municipi del 31 gennaio 1849, artt. 11, 12, 13.   
Un suffragio dunque universale solo per possidenti: in consiglio non mancarono quindi i Salvati, i Capitelli, gli Amatori, i Mecarelli, ecc. già presenti da decenni nella magistratura del paese.
Ordinaria amministrazione in questi mesi per la nuova magistratura “democratica”, ma anche un progetto approvato che seppure imitava quanto si andava facendo in altri comuni, fu ugualmente importante per Monte Roberto, quello dell’illuminazione notturna dell’interno del paese, approvato all’unanimità il 29 aprile 1849.
Le truppe francesi del Gen. Oudinot frattanto avevano attaccato il territorio della Repubblica anche se con alterne vicende; di fronte però al più impegnato intervento francese la sorte sembrava ormai segnata per la giovane Repubblica Romana, la cui Assemblea il 25 aprile aveva sollevato una energica protesta per l’intervento straniero e chiedeva ai municipi e ai circoli popolari una forte e convinta adesione non solo morale.
Il Consiglio di Monte Roberto si riunisce il 3 maggio con un unico punto all’ordine del giorno: “Adesione alla protesta emessa dall’Assemblea Romana nella seduta del 25 scorso aprile contro l’intervento Francese”.
Illustrate le circostanze che motivano l’atto di adesione, il segretario Barsimeo Bevilacqua aggiunge: “Cittadini! È questo il supremo momento, che si può decidere della salvezza della Patria. Ma si richiede energia, ordine, unione. Stringiamoci tutti intorno al vessillo Repubblicano, e giurando di difenderlo fin che ci rimanga un soffio di vita uniformiamoci agli altri Municipi, e convalidiamo anche del nostro appoggio la sublime decisione dell’Assemblea, cui il popolo affidò le nostre sorti”.
Il Consiglio quindi all’unanimità approva l’atto di adesione: “Il Municipio di Monte Roberto, letta e considerata la protesta dell’Assemblea Generale Romana del 25 aprile 1849 vi fa solenne atto di adesione, dichiarandosi devoto al Governo della Repubblica”.146ASCMR, Consigli (1843-1849), 3 maggio 1849, pagine non numerate.   
L’adesione del Municipio di Monte Roberto e di altri, non fu discussa invece né presa in considerazione dal Municipio di Massaccio, l’adesione del paese fu espressa dal locale Circolo Popolare Cuprense il 2 maggio che dichiarava “di volere concorrere per quanto è nelle sue forze, alla salvezza della Repubblica”.147Manganelli F., Memorie della Terra di Cupramontana, ms., p. 119, Biblioteca Comunale Cupramontana.
Analogo Circolo Popolare era presente a Monte Roberto del quale facevano parte i fratelli Alessandro e Francesco Capitelli, segnalati nel mese di agosto in due lettere anonime affinché non venissero eletti nella Commissione Comunale Provvisoria che avrebbe sostituito in settembre il Consiglio di osservanza repubblicana. 148Palmolella Marco, op. cit., pp. 169-170, 238,   
Tra la fine di maggio e gli inizi di giugno le truppe austriache restaurano lo Stato Pontificio nella Provincia di Ancona; Roma resiste ancora per qualche settimana: il 30 giugno si dimettono i Triumviri, il 3 luglio l’Assemblea Nazionale promulga la nuova costituzione, ormai inutile, mentre i francesi occupano la città di Roma.
 Una Commissione Comunale Provvisoria sostituisce a Monte Roberto il Consiglio eletto 1′ 11 marzo: è composto da quattro membri e tranne il pievano don Giuseppe Polidori deputato ecclesiastico, gli altri facevano parte del precedente consiglio, Guglielmo Guglielmi, ora Presidente, Giovanni Mecarelli e Benedetto Salvati già Priore.
La Commissione Comunale Provvisoria rimarrà in carica fino alla promulgazione dell’Editto della Segreteria di Stato del 24 novembre 1850: il Consiglio è ora composto da 16 membri, un Priore, quattro Anziani e undici consiglieri.
In una delle ultime sedute della Commissione Provvisoria, in esecuzione dell’ art. 186 del Motu Proprio di Leone XII del 21 dicembre 1817 che prevedeva deputati ai pubblici spettacoli, vengono eletti a quest’ufficio Alessandro Capitelli e Agapito Salvati, quest’ultimo giovane di appena 21 anni. 149ASCMR, Consigli (1850-1859), p. 3, 8 luglio 1850. 
Si affaccia così alla vita pubblica, per la prima volta, Agapito Salvati (1829- 1897) che dopo aver partecipato, rimanendo ferito, alla battaglia di S. Martino (24 giugno 1859) nel corso della seconda guerra d’indipendenza, fu il primo sindaco di Monte Roberto dopo l’unità d’Italia, rimanendovi per ben 36 anni (1861-1897).