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201 7.4 LE FIERE

Le fiere ed i mercati, anche per la valle dell’Esino, sono stati dal Medioevo strumenti ed occasioni di incontro e di scambi economici di primo piano. A Jesi. nel 1304 si teneva una fiera dal 22 settembre al 15 ottobre; 58 Urieli C., Jesi e il suo Contado, vol. II, p. 10. altre fiere nacquero nei pressi delle abbazie e dei monasteri benedettini, grossi centri anche di attività commerciali ed economiche. 59 Annibaldi G., S. Benedetto e l’Esio, Jesi 1880, p. 58.
A Massaccio-Cupramontana nella seconda metà del Quattrocento, ma probabilmente risaliva a molto prima, esisteva un “mercatale” – oggi via S. Maria e piazza A. Costa – sede privilegiata dei mercanti e dei loro traffici 60 ASCC, Catasto I (1471), c. 29v. – mentre un mercato settimanale, al lunedì, venne istituito nel 1570; 61 Menicucci F. , Memorie… Massaccio…, p. 164. Menicucci F. , Massaccio nel 1789, in appendice a Dottori D., CupraMontana e i suoi figli più noti, p. 1 27. Ceccarelli R. , Il mercato del lunedì di Cupramontana, in Quaderni Storici Esini, 11-2011, pp.133-149. dal 1520 tuttavia già c’era una fiera nel mese di giugno in occasione della festa del B. Giovanni Maris, 62 Menicucci F. , Memorie istoriche de BB. Giovanni e Matteo, Cesena 1790, p. 32. dal 1587 poi la fiera di S. Lorenzo che durava sei giorni, dal 9 4114 agosto 63 Ceccarelli R. , Le strade raccontano, cit., p. 61, fig. 23. I mercati e le fiere di Massaccio erano molto frequentate dalle popolazioni dei paesi del pre-Appennino come Precicchie, Poggio S. Romualdo (Porcarella), Poggio S. Vicino (Ficano), Rotorscio, Domo ecc., dei paesi limitrofi e dei centri della valle dell’Esino e oltre. 64 Ceccarelli R. , Tombola dimenticata, in il Massaccio, anno II (nuova serie) n. 5 dicembre 1991, pp. 22- 23. Il periodico pendolarismo verso Massaccio alimentava notevolmente la locale economia, il fatto non sfuggì ai dirigenti delle vicine Comunità che nei decenni successivi cominciarono a chiedere autorizzazioni per altre fiere.
L’esempio di Massaccio non fu probabilmente determinante, tuttavia contribuì, insieme alla generale crisi economica del Seicento, 65 Caravale M., Caracciolo A., Lo Stato Pontificio da Martino Va Pio IX, Utet, Torino 1978, pp. 425-429. che ebbe eco nelle nostre piccole comunità, a far ricercare occasioni per movimentare l’economia. Le fiere furono alcune di queste occasioni e magari anche di attrito tra le comunità che in esse avevano intuito una nuova opportunità economica.
Accadde nel 1672 quando Domenico di Gabriele di Castelbellino “per essere immesso nel numero delli Quattro dona scudi 25 ad effetto che la Comunità ottenesse un Breve per far fare la fiera nella Madonna del Trevio [Pianello Vallesina] per il lunedì della terza domenica di maggio […], essendo ciò assai utile per la nostra Comunità e per il nostro Castello”. 66 ASCCb, Consigli (1653-1676), c. 149v, 17 gennaio 1672.
Trascorrono appena sette giorni e se ne discute nel Consiglio della Comunità di Monte Roberto: “[…] il Breve per la fiera della Madonna del Trebio […] potrebbe essere di pregiudizio del Pubblico […], i Signori Quattro vadino ad informare Mons. Governatore a pregarlo che voglia […] aiutarci che non ce sia fatto […] che detta fiera sia piantata tutta nel nostro territorio con pregiudizio del nostro Pubblico”. 67 ASCMR, Consigli (1665-1676), cc. 99r/v e 100r, 24 gennaio 1672. Castelbellino ottiene l’autorizzazione della fiera per la data richiesta; Monte Roberto poco dopo, nel 1676, cerca di racimolare il denaro necessario per un analogo Breve al fine di ottenere una fiera nel giorno di S. Amanzio, 10 giugno: sono però disponibili solo sei scudi, quelli in bilancio per la “ricreatione” in occasione del rinnovamento del Bussolo e ci vogliono almeno altri dieci scudi da raccogliere tra la gente, “la fiera farebbe gran utile alla nostra Comunità”. 68 ASCMR, Consigli (1676-1698), c.2r, 10 dicembre 1676. ASCMR, Consigli (1735-1755), c.140r.
Probabilmente non si riuscì nell’intento, non si trova infatti alcuna tracci negli anni successivi, della fiera che si desiderava per il 10 giugno. Si debbono tuttavia attendere quasi settant’anni per far decidere all’unanimità il Consigli della Comunità a richiedere l’autorizzazione per due fiere accollando completamente le spese per il documento pontificio; la decisione veni formalizzata il 25 aprile 1745: “Le fiere […] sogliono portare lucro sì al pubblico che a popoli di qualsivoglia sfera. […] e questo nostro Castello, o Terra che s solamente la nostra Università restarebbe annualmente utilizzata, ma anche questi Possedienti avrebbero motivo et occasione di rimettere le loro entrate, e le povere famiglie industriarsi con le loro fatiche”. 69 ASCMR, Consigli (1735-1755), c.140r.
Il 18 agosto 1745 papa Benedetto XIV firmò l’autorizzazione per le dr fiere da tenersi in Monte Roberto “una nell’ultima Domenica del mese di April l’altra nella seconda Domenica di Settembre con quattro giorni seguenti ciascheduna di esse con li Privilegi, e facoltà solite e consuete”. 70 Copia del documento pontificio e in ASCMR, Registro delle lettere dei Signori Superiori (1703-1795), cc. 266-268v. Immediatamente si provvide a diffondere una “notificazione” a stampa in tutti paesi del contado e oltre, invitando “tutti e singole persone ad intervenii annualmente a dette fiere con Merci, Robbe e di qualsiasi sorte”, l’invito alla prima fiera era per il “12 settembre prossimo venturo”.
Anno dopo anno le due fiere si affermarono diventando un appuntamento importante nel contesto delle altre fiere e mercati dei paesi più o meno lontani: Marcello (prima domenica di giugno), Barbara (16 luglio e 25 agosto), Belvedere (16 maggio), Morro d’Alba (ultimo martedì di maggio), Apiro (25 maggio e. agosto), Serra S. Quirico (13 dicembre), Staffolo (1° settembre e 12 aprile), ecc.
Per annunciare le fiere il Comune inviava ogni anno alle diverse comunità del contado e di un circondario più vasto l’apposita “notificazione”, inoltre provvedeva a farle “bandire” da un “tamburino” di volta in volta nelle fiere che si svolgevan nei vari paesi in prossimità di quella di Monte Roberto. 71 ASCMR, Registro delli Bollettini (1711-1775), c. 127r, (1753). Nel 1809 il sindaco (Monte Roberto e Comuni Uniti confermava che le fiere che si tenevano nel su territorio erano rispettivamente, a Monte Roberto il 25 aprile e il 16 settembre, Castelbellino (Pianello Vallesina) il lunedì dopo la terza domenica di maggio, San Paolo di Jesi il 13 giugno. 72 ASCMR, Registro di Lettere (1808-1809), p. 221, 26 luglio 1809.
Negli anni successivi le due fiere dovettero conoscere una fase di declino s non addirittura essere sospese, se in una nota redatta, senza data, ma certamente intorno al 1820-25, viene scritto: “La fiera di settembre fu ripristinata nel 1818 e quella di aprile nell’anno 1819 con felice risultato”. Continua la nota: “Il zelo della Magistratura manifestato nella ripristinazione, e le favorevoli risultanze lusingano l’accredito pd l tratto successivo di dette fiere, mentre oltre la protezione di tutte franchigie, gli interessi in ogni ramo d’industria, e di commercio hanno licenziato in ogni incontro i commercianti con la loro piena soddisfazione, e si sono dimostrati convinti dell’obbligo per loro utile di rammentarsi delle indicate due ricorrenze profittevoli al particolare loro interesse”. E conclude: “Si tramanda ai posteri la presente notizia, perché sia conservato l’impegno per ingrandire, ed accreditare il privilegio, che adorna questa ‘antica comunità, ed onora ogni classe della Popolazione”. 73 ASCMR, Sindacati (1790-1801 con annotazioni fino al 1844), p. 79.
Nel 1865 il Consiglio Comunale constatando che “per la situazione montuosa [del paese] riescono poco le due fiere, esistenti” accogliendo un progetto della Giunta, all’unanimità votava l’istituzione di una nuova fiera da tenersi “nella pianura di questo territorio o presso il Casino Salvati o presso la Chiesa di S. Apollinare […] nel giorno 30 Agosto di ogni anno”. 74 ASCMR, Deliberazioni Consigliari (1865-1866), 30 maggio 1865, pp. 31 e 55. L’Amministrazione Provinciale di Ancona, nonostante le eccezioni dei comuni di Belvedere Ostrense e di Montecarotto che temevano che la fiera di Monte Roberto dei 30 compromettesse quelle che si svolgevano nei loro paesi rispettivamente il 31 e il 29 agosto, approvava il 5 marzo 1866 l’istituzione della nuova fiera. La decisione era motivata dall’osservazione che le eccezioni erano “di poco o niun peso”, osservando però che soprattutto era necessario “applicarsi il principio della libera concorrenza, secondo il quale non devono porsi vincoli al commercio e agli scambi, i quali poi meglio si sviluppano e prosperano dove trovano maggiori interesse”. 75 Ibidem.
La fiera ebbe luogo per quasi un secolo a S. Apollinare, tanto da essere chiamata “La fiera di S. Apollinare”, specializzandosi per la presenza e gli scambi di bovini; solo in tempi più recenti venendo a mancare la presenza determinante di questi ultimi, fu trasferita a Pianello dove tuttora si tiene sempre alla stessa data.
Per iniziativa dell’Amministrazione Comunale furono istituite il 10 maggio 1925 altre fiere da tenersi a Pianello il 20 marzo, il 31 luglio e il 12 ottobre. La motivazione adotta era formulata in questi termini: “L’incremento dei traffici che si è costatato nella borgata di questo comune per la posizione centrale che essa occupa ai piedi dei colli vicini in una zona molto ubertosa, ha spinto questa Amministrazione a creare in quella località nuove occasioni di scambi commerciali che riescono di profitto ai negozianti del luogo e circonvicini e naturalmente al comune”. 76 ASCMR, Deliberazioni Consigliari (1925-1928), 10 maggio 1925, p. 23.
Per il paese invece, dove “non essendovi alcun mercato”, fu creato dieci anni dopo, il 27 luglio 1935, un “mercato di verdura, frutta, uova, formaggi mercerie e chincaglierie” da tenersi ogni giovedì, 77 ASCMR, Deliberazioni Podestarili (1932-1935), n. 112, p. 176. dopo pochi anni però già non si tenne più.